San Giuseppe Vesuviano -  Gianni Molaro, stilista, ci riceve nel suo Atelier di via Roma a San Giuseppe, sede anche della sua attività imprenditoriale. Per me è come fare un salto nel passato, ritorno agli inizi degli anni ottanta quando Gianni (Giannino per tutti noi) muove i suoi primi passi andando a lavorare in un noto ingrosso di tessuti. Di giorno lavorava sodo e la sera studiava da stilista, nessuno avrebbe mai scommesso su quel giovane dai modi gentili e delicati che maneggiava rotoli di tessuto pesanti il doppio di lui e la sera disegnava abiti fantastici.

Poi il gran salto all’inizio degli anni novanta si mette in proprio e nel 1992 il primo successo: l’abito con il velo più lungo. Quel matrimonio è rimasto nella storia del paese, il traffico si bloccò per tutto il giorno. Nel 1993 l’abito più largo e nel 1998 l’abito più prezioso con oltre 7 mila diamanti.

Allora Gianni cè l’hai fatta, sei diventato uno stilista affermato, ci vuoi parlare del tuo ultimo viaggio in Cina? “Sono stato invitato dall’Istituto Itaiano di Cultura per partecipare ad un’esposizione mondiale del lusso e dell’eccellenza, la manifestazione si è tenuta a Jinan, una città da 7 milioni di abitanti, a 400 km da Pechino sede di una celebre Università, gli stand erano ospitati presso il Museo. Fra gli espositori vi era lo studio Carcerano che fra  le sue creazioni annovera la nuova Fiat 500″. E’ vero che sei stato finanziato dal Comune di San Giuseppe Vesuviano? “Il sindaco mi ha accompagnato e ha sponsorizzato la manifestazione con 10 mila euro, dei quali ancora non ho visto un centesimo, comunque ne ho già anticipato di mio oltre 35 mila”. Hai saputo che il capogruppo in consiglio comunale Vincenzo Catapano, ha criticato l’amministrazione comunale per questa inopportuna sponsorizzazione?. “Io di politica non mi interesso, faccio solo il mio lavoro, ho ricevuto finanziamenti dal Comune, dalla Provincia, dalla Regione e dal Ministero, ritengo che sia giusto che un’amministrazione pubblica quando compila un bilancio destini i fondi a tutte le attività: tanto per le scuole, tanto per le strade e tanto per la cultura. Inoltre non capisco l’atteggiamento di Catapano, nel 2005 io sono stato a Parigi a sfilare nella casa di Picasso dove ho ricevuto un telegramma di ringraziamenti dal Presidente Ciampi, della delegazione facevano parte il sindaco Ambrosio, l’allora presidente del Consiglio comunale Vincenzo Catapano ed altri consiglieri, sembra strano che quando partecipa lui tutto fili liscio, poi, si fanno i volantini quando è all’opposizione. Comunque a fronte di 60 mila euro di investimenti il Comune mi diede solo 6.000 euro”. Gianni un nostro lettore si è lamentato della sponsorizzazione del viaggio in Cina, dicendo che non è vero quando asserisce il sindaco e cioè: ”Molaro porta nel mondo il nome di San Giuseppe” perchè, secondo il nostro lettore, tu in una trasmissione su Rai1 alla domanda “dove vivi?” avresti risposto ”a Pompei”, è vero?  “Allora io ho due atelier uno a via Roma a S.Giuseppe Vesuviano e un altro a Napoli a Piazza dei Martiri. La domanda era: attualmente dove vivi? (in senso di abitazione) ed io ho risposto a Pompei, perchè è li che abito oramai da anni, ma il centro del mio lavoro è San Giuseppe Vesuviano che amo come il mio paese.”

Nel salutare Gianni Molaro mi rendo conto che mi ha ricevuto in un’ambiente ricco e luccicante di lustrini dove conta molto l’apparire più della sostanza, dove Gianni è il Re incontrastato che con il suo estro regala sogni alle persone, abiti da sposa da mille e una notte, di immenso valore che saranno indossati per poche ore, ma che mani esperte hanno lavorato per settimane.

Solo quando esco la vista del familiare cumulo di monnezza sul marciapiede di fronte mi rimette con i piedi per terra, mi ricorda il mondo reale in cui vivo. E allora penso che, forse, nella vita ci sono delle priorità. Secondo me l’ambiente e la sua cura dovrebbero essere una priorità. Le scuole e i loro piccoli occupanti dovrebbero essere una priorità. La qualità della vita in generale dovrebbe essere il primo pensiero di un buon amministratore. L’effimero paghiamocelo con le nostre tasche.

                                                                                     Mimmo Russo