Roma - Il Consiglio di Stato ha sciolto in modo inappellabile il consiglio comunale di San Giuseppe Vesuviano. E’ l’ultimo atto di una querelle che andava avanti dal 3 dicembre del 2009, da quando l’amministrazione era stata sciolta per infiltrazioni camorristiche, al termine di una relazione stilata dalla commissione d’accesso. Uno scioglimento che durò pochi mesi, considerato che il Tribunale Amministrativo Regionale della Campania decise di rimettere in sella il sindaco Agostino Ambrosio. E’ una vittoria dei commissari prefettizi i quali dopo la sentenza del Tar si erano appellati al Consiglio di Stato, la massima Assise prevista dall’ordinamento giudiziario italiano.
Il 3 dicembre del 2009 il Capo dello Stato Napolitano firmò il decreto di scioglimento del Consiglio comunale della cittadina vesuviana, su proposta del ministro dell’Interno Roberto Maroni. La «battaglia per il ripristino della legalità» fu portata avanti da esponenti dell’opposizione e della società civile, le cui istanze furono rappresentata in Parlamento con diverse interrogazioni parlamentari, tra cui si ricordano quelle dell’on. Amedeo Laboccetta (Pdl). La decisione fu ribaltata nel maggio 2010 dalla decisione del Tar Campania che reintegrò l’amministrazione comunale. Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero dell’Interno e Prefettura di Napoli presentarono dunque ricorso al Consiglio di Stato, la cui sesta sezione ha deciso di accogliere le istanze rappresentate dall’Avvocatura Generale dello Stato. Il 15 settembre scorso gli stessi giudici respinsero l’istanza di sospensiva della sentenza del Tar che avrebbe momentaneamente bloccato l’attività amministrativa di Ambrosio e dei suoi alleati, i quali si dicevano, fino ad ieri, anche per tale motivo, assai fiduciosi sul buon esito della vicenda.
Il sindaco Ambrosio ha appreso la notizia mentre era a Londra per uno dei suoi viaggetti culturali, questa volta con un gruppo di giovanissime studentesse sangiuseppesi. Adesso potrà tornarsene con tutta calma, perché la sua potrona la troverà già occupata dalla Commissione prefettizia composta dal prefetto Ciro Trotta, dal vice prefetto Paola Spena e dal funzionario Raffaele Barbato.