San Giuseppe Vesuviano - In via Mastanielli sono scomparsi i paletti in ferro a protezione dei pedoni. In quella strada non è mais stato costruito un marciapiede, come si fa nelle cittadine normali. I paletti, qualche tempo fa, erano stati già rimossi, poi, erano stai reinstallati e ai pedoni era stato riservato solo uno spazio angusto, a stento vi passava una carrozzina. Una parte delle “protezioni”, poi, erano state trafugate da ignoti (?), le avevano lasciate solo fino a metà della strada che collega via XX Settembre a via Europa. Adesso quel posto è stato completamente lasciato alle scorribande dei veicoli, a discapito dei pedoni, ai quali conviene girare alla larga.
Sembra quasi una banalità stare qui a parlare dei paletti dei Mastanielli se non fosse per il fatto che questa vicenda fotografi lo stato della vivibilità in questo paese. I paletti sono il vessillo di un menefreghismo, che ha visto, fino ad oggi, chi ci amministra non muovere nemmeno in dito per questa “scomparsa” che tanto misteriosa non è. Questa vicenda evidenzia come a San Giuseppe Vesuviano ognuno fa quello che vuole, anche munirsi di una sega elettrica e abbattere quei fastidiosi protettori per i pedoni. Il tutto mentre il Comune, non è la prima volta, che volete che si interessi a ripristinare lo stato dei luoghi?
E’ sotto gli occhi di tutti la barzelletta di via Aielli, dove un segnale di divieto di accesso è stato rubato per ben quattordici volte da un cittadino infastidito dal codice della strada. L’impassibilità dei funzionari preposti (polizia municipale e ufficio tecnico:a proposito esiste una relazione di servizio per questi due fatti?) non fa che avvalorare la tesi di chi è allergico al rispetto delle regole.
Siamo ad un anno dalle elezioni comunali, allora i volti nuovi della politica ci avevano promesso che le cose a San Giuseppe Vesuviano sarebbero, quanto meno, migliorate. Invece sono stai più i passi indietro, fatti in questi mesi, che non la volontà di cambiare rotta. Non possiamo non ammettere che qualche consigliere comunale si sta impegnando.
E’ un tentativo disperato, perché il brodo di coltura di questa classe dirigente è fatto, come sempre, di arroganza, menefreghismo, intolleranza e arrivismo. Lo stesso brodo dove crescono i giovani che si sono affiancati ai vecchi marpioni e si sono bruciati già prima di capire cosa sia la politica. Sapranno mai questi vitellini, mandati al macello, cosa significhino parole come: vivibilità, ambiente e salute, tanto invocate, ma finora invano, da una gioventù sangiuseppese, quella si, non intruppata?