San Giuseppe Vesuviano - I Lions Club hanno organizzato un convegno dal titolo “Il Bullismo”, relatori: l’avvocato Gennaro Iovino Presidente Lions Club “Palma Campania - Vesuvio Est” , l’avvocato Gioacchino Vitale Coordinatore area “Diritto e Giustizia”, il dottore Emiliano Peluso Medico Pediatra, il professore Amato Lamberti Docente di Sociologia della devianza e della criminalita presso la Facoltà di Sociologia della Università Federico II di Napoli, la dottoressa Maria Anna Lagnena Psicologa - Psicoterapeuta familiare relazionale Associazione “Punto e a capo” - Esperta in psicopatologia e psicodiagnosi, la dottoressa Rossella Accardo Psicologa - Psicoterapeuta familiare relazionale Associazione “Punto e a capo” - Esperta in psicologia giuridica, l’avvocato Dario Bosco Penalista e criminologo - Vice presidente “Centro Scienze Forensi”, il dottore Gennaro Esposito Presidente della V Circoscrizione

Nella sala consiliare del Comune Iovino, ha accolto numerosi gli invitati. Organizzare l’incontro è costato tanto impegno ma Iovino è visibilmente soddisfatto della perfetta riuscita del convegno. Approfitto di un momento in cui è solo per fargli qualche domanda.

Quale è stato il motivo che vi ha spinto a scegliere l’argomento di questa sera ?
I Lions sono da sempre impegnati in attività di supporto alla crescita sana dei ragazzi. Il bullismo è un tema purtroppo sempre di più ricorrente quando si parla di problemi giovanili. Abbiamo quindi pensato di fare un pò di chiarezza sull’argomento.”
Chi avete scelto come interlocutori privilegiati ?
I destinatari naturali della serata sono gli educatori ed ovviamente i genitori. Devo ringraziare i miei due figli, Massimo e Katy, per l’impegno che hanno dimostrato nel divulgare i contenuti del convegno a tutti i dirigenti ed agli insegnanti degli istituti scolastici della zona.
Vista l’affluenza deduco che in molti hanno risposto all’invito.
In tanti hanno dimostrato interesse e sensibilità all’argomento. Ne aspettavo però molti di più. Faremo ancora meglio nei prossimi incontri.

Durante l’incontro Iovino puntualizza che le colpe del fenomeno, se di colpe si può parlare, sono anche dei genitori. Il matrimonio - sostiene Iovino - implica l’accoglimento dei figli che invece, spesso, sono lasciati a loro stessi. Lo stesso articolo 2038 C.C. ci ricorda anche che i genitori rispondono dei danni causati dai minori. Iovino conclude il suo intervento dicendo Il troppo permissivismo, i troppi “si” hanno rovinato il carattere dei ragazzi. Gli educatori che volessero essere un pò più severi sono bloccati da troppe norme e spesso anche dagli stessi genitori
Vitale aggiunge che alla stessa famiglia del bullismo appartengono nonnismo, mobbing e stalking. Ognuna di queste violenze sulla persona è caratterizzata dall’essere ripetuta e continuata.

Il dott. Peluso delinea invece il quadro clinico del fenomeno. I fattori che lo distinguono dalla violenza semplice afferma sono l’intenzionalità, la sistematicità, e l’asimmetria di potere. I soggetti coinvolti sono il bullo, la vittima, il bullo/vittima, i neutrali. Peluso rivela che il rischio di danno alla salute è proporzionale alla frequenza degli episodi. Il bullo e/o la vittima potrebbe arrivare a soffrire non solo di disturbi psicosomatici ma anche di vere e proprie patologie psichiatriche. In Italia studi fatti dalla Società Italiana di Pediatria e da Telefono Azzurro rivelano che il disturbo che maggiormente affligge bulli e vittime è la depressione. Le stesse statistiche evidenziano un uso eccessivo della TV da parte dei bambini e ciò non può non influenzarne il comportamento. Anche negativamente. In virtù di ciò consiglio caldamente di far vedere poca televisione ai propi figli.

Per Lamberti, invece, le cause del bullismo sono la scuola e la famiglia e non certo la TV. Siamo bombardati da milioni di informazioni e la scuola dovrebbe insegnare ad utilizzarle bene. Spesso gli alunni parlano tra di loro di argomenti di cui gli insegnanti ignorano l’esistenza e la complessità. Viviamo in una società che ha omogeneizzato tutto, persino la famiglia è liquida. L’aggressività è un mezzo per mettersi in mostra. Nella scuola il meccanismo è lo stesso. Gli allievi che hanno rapporti privilegiati con gli insegnanti spesso subiscono la reazione degli altri diventando così vittime. Ma ciò non vuol dire che i cosiddetti bulli siano meno intelligenti o bravi. Questi ragazzi potrebbero essere piuttosto alla ricerca del confronto con gli altri, perchè anche in questo modo si cresce. Ma stranamente la scuola preferisce chi si adegua. In Inghilterra si è sperimentato un diverso modo di educare. Gli allievi sono divisi in gruppi, scelgono cosa studiare e gli insegnanti sono di supporto e non di indirizzo.

Per Accardo la famiglia è fondamentale per la formazione dell’individuo. Al suo interno bisogna imparare a gestire i diversi ruoli. Solo così si può riuscire a rapportarsi con gli altri, soprattutto a scuola. Ed è proprio a scuola che bisogna dedicare energie per favorire l’integrazione dei singoli nel gruppo. Per riuscire c’è bisogno anche di insegnare il rispetto delle regole. Senza di esse un bambino è senza scheletro.

Bosco induce poi a riflettere che è necessario essere cauti con le definizioni. Spesso a scuola si etichetta come episodio di bullismo uno schiaffo dato ad un compagno. Il rischio è di influire negativamente sulla psiche dei ragazzi. Esistono migliaia di studi giuridici sul fenomeno. Tutti indicano che i ragazzi che sono stati bulli hanno maggiori probabilità di diventare criminali entro i 24 anni di età.

Alla fine dell’incontro viene naturale riflettere. Non è vero che ognuno è indifferente ai problemi. Esistono anche persone che dedicano tempo ed energie a risvegliare le coscienze sopite. Spesso i risultati non giungono come previsto. Ma bisogna essere costanti e non demordere. Mai