Terzigno - Conclusasi l’occupazione da parte dei sindaci vesuviani della sede della giunta provinciale di Napoli, la palla passa al presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro e l’assessore all’Ambiente, Giuseppe Caliendo e alla volontà di istituire un tavolo tecnico permanente per trovare tutte le possibili alternative alla apertura della seconda discarica di Terzigno, in località Cava Vitiello. Il tavolo tecnico sarà composto dal presidente della provincia Cesaro, colui che aveva già promesso, mesi e mesi fa, di trovare un’altra alternativa, deludendo pienamente, i sindaci dei Comuni vesuviani che, al massimo, potranno visionare e monitorare il lavoro del tavolo, si dubita avranno voce e potere in capitolo, la Sapna, società provinciale, partecipata di Palazzo Matteotti che dovrebbe gestire il ciclo integrata dei rifiuti, ciclo, al momento, inesistente. La Sapna ha al momento un bilancio in rosso e deve provvedere al versamento fondi ad Asia per pagare i 150 dipendenti. I controllori, chi li controlla?
Poi c’è il mistero legato alla sentenza del Tar del Lazio che aveva ordinato la sospensione immediata dell’apertura della discarica Vitiello, quella contro cui oggi i vesuviani protestano e si battono, rinviando ogni decisione a giugno 2010, cosa è successo poi? Gli ulteriori documenti chiesti dal Tar del Lazio, attui a stabilire se davvero ci fossero le condizioni, tecniche, logistiche e sanitarie, sono stati prodotti, presentati e da chi? «Un autocompattatore, adibito al trasporto di rifiuti urbani indifferenziati, è stato posto in fermo cautelativo presso la discarica “Cava Sari” a Terzigno – denuncia il commissario regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli – per la presenza a bordo di rifiuti radioattivi. Ci risulta che questo non sia l’unico caso e chiediamo con urgenza l’immediata verifica della tenuta stagna della discarica e il controllo da parte dell’Arpac del livello di contaminazione interna dovuta a eventuale presenza di rifiuti speciali. In particolare chiediamo il controllo della presenza di amianto, disseminato anche per la strada che porta alla discarica, di materiali radioattivi, solventi e prodotti chimici presenti nella discarica».
Emilio Borrelli ha ragione a dire che questo non è stato l’unico caso, già in passato, durante gli sporadici controlli, son stati rinvenuti carichi di rifiuti radioattivo, di origine ospedaliera, diretti nella discarica di Terzigno. Se i controlli non fossero stati sporadici, ma continui, quanti carichi pericolosi si sarebbero rinvenuti?
di R. L.