Area Vesuviana – Operaie d’inverno e prostitute d’estate? Così ragazze orientali si prostituirebbero in case private. D’inverno lavorano in fabbrica e nei periodi di magra vendono il proprio corpo. Il popolo cinese si sa è dotato di grande intuito commerciale. Quando arrivarono nella nostra cittadina, all’inizio degli anni novanta, da subito si dimostrarono competitivi. Nel giro di pochi anni sono riusciti a soppiantare quasi tutte le attività imprenditoriali tipiche di questo territorio. Ciò ha generato malessere ed insofferenza nella popolazione locale. Ci sono stati episodi di xenofobia, (scritte sui muri dei negozi) ad opera di balordi, nei confronti dei cittadini cinesi. Loro, tolleranti, tirano dritto verso il business.
Sembrerebbe, però, che adesso il mestiere più antico del mondo avvicini ancor di più italiani e cinesi. Il business della prostituzione non ha mai caretterizzato l’economia della malavita locale. Ma pare proprio che questo gap sia stato colmato dalla “imprenditoria” del sesso cinese. I numeri dell’affare stanno raggiungendo cifre da capogiro. Le mafie cinesi non si sono lasciate sfuggire l’occasione di entrare in questo mercato.
Le case d’appuntamento che ospitano signorine orientali erano in origine destinate esclusivamente ai maschi cinesi. Ma evidentemente ciò rendeva poco. Ed per questo motivo sono state aperte anche ai focosi maschi italici. La realtà è questa. Uno smacco per i benpensanti.
Una “organizzazione” orientale che gestisce case d’appuntamento anche nel casertano avrebbe aperto una “succursale” nel territorio cittadino. I prezzi per i “servigi”, manco a dirlo, sono molto concorrenziali. Gentili signorine cinesi, spesso minorenni, si spacciano per giapponesi o coreane, a seconda dei gusti del cliente. Sono ben disposte a soddisfare le esigenze di relax dei maschi locali. E favoriscono così quegli scambi “interculturali” necessari alla integrazione dei popoli.
Ma riflettiamo. Chissà quali orrori si nascondono dietro il sorriso di queste ragazze.
Catello Buonocore