Terzigno -1988-2008: venti anni ddedicati alla scuola e, naturalmente, ai rapporti col Comune di Terzigno, dove nella sala consiliare si è svolto l’addio all’insegnamento della professoressa Giugliano. Non conoscevo Consiglia Giugliano, chi, invece, crede di farlo la chiama Lilya e la descrive come una persona fuori dagli schemi.
Con lo spirito dell’esploratore mi sono recato a Terzigno per conoscerla. Sono ancora in corso i preparativi per l’evento. Microfoni e videocamere da posizionare. Cartelloni da appendere alle pareti. Mi presento. Mi accoglie una bella donna dallo sguardo penetrante. Le faccio qualche domanda. Mi parli del contenuto dell’incontro.
Volevo festeggiare il mio addio al mondo della scuola. Il solito pranzetto tra colleghe al ristorante non avrebbe rappresentato bene il mio modo di essere. Ho preferito organizzare un incontro/convegno per ripercorrere gli anni trascorsi al Liceo di Terzigno come docente di Storia dell’Arte
Come ha fatto a coinvolgere nell’evento i sindaci che hanno amministrato Terzigno dal 1975 al 2008 ?
Per me insegnare - dice - non è solo attenersi ai programmi ministeriali. Per ogni progetto che ho intrapreso ho sempre creato sinergie tra gli allievi, il mondo dell’imprenditoria e l’amministrazione pubblica. Tutti mi hanno sempre aperto le porte perchè le motivazioni che mi spingevano erano condivise.
Noto che si è impegnata per far adottare il piano regolatore alla città di Terzigno. Non esula dalle attività didattiche ?
Allora non ci sostituimmo alle autorità competenti, bensì con i miei allievi le affiancammo inizialmente nel recupero e nella catalogazione della documentazione catastale che giaceva negli uffici. In seguito ci impegnammo per divulgare il senso civico della iniziativa. Spiegammo cioè ai cittadini che quello era il primo passo per uscire dalla illegalità.
E poi ci sono state le telefonate minatorie e i danni alla sua auto.
Si, ma i motivi furono altri. Avevo aderito al progetto “La scuola adotta un monumento” della fondazione Napoli Novantanove. Scopo della iniziativa era scegliere un monumento della zona da sottrarre all’oblio ed al degrado. Noi scegliemmo un antico edificio, ormai ridotto a rudere, situato alla periferia del nostro paese. Veniva chiamato monastero dei camaldolesi. Al computer ne creammo una ricostruzione virtuale del presunto aspetto originale. Facendo una ricerca approfondita tra i documenti del Comune e del catasto si fece forte in noi la convinzione che l’edificio sarebbe potuto davvero appartenere in passato all’antico ordine di monaci. Questo fatto fece però nascere serie preoccupazioni negli svariati proprietari dell’epoca. Infatti in base ad una antica norma per le proprietà del clero non si applica “l’usucapione” e quindi i proprietari avrebbero perso ogni diritto su quell’immobile. Ed arriviamo alle minaccie ed ai danni. A quel progetto mettemmo la parola fine
Ed ha deciso di fermarsi per un pò ?
Giammai ! Negli anni successivi partecipammo ad una trasmissione Rai sul tema della camorra. Poi coinvolgemmo i media nella storia di Jasmine.
Dica
Jasmine è una ragazza originaria del Marocco. All’epoca era una mia allieva. Notai in lei una particolare predisposizione al disegno a mano libera. Più volte le suggerii di trasferirsi all’Istituto Statale d’Arte di San Gennaro Vesuviano. Ma la cosa sembrava non interessarle. Ma un giorno una sua compagna di studi mi fece una amara rivelazione. I suoi genitori non le avrebbero mai permesso di frequentare una scuola di un altro paese. Quella storia si è conclusa bene
Ma ora l’incontro ha inizio e la professoressa Giugliano è chiamata a fare gli onori di casa.
Hanno aderito al suo invito Antonio Casillo, Giuseppe Annunziata, Nino De Falco, Nunzio Avino. Sono i sindaci che nel periodo del suo insegnamento hanno amministrato la cittadina vesuviana. Li ringrazia tutti per non essersi mai tirati indietro quando era richiesto il loro supporto alle sue iniziative. Ed ognuno ha parole di riconoscimento per la sua tenacia e per la sua capacità di “prendere il toro per le corna” quando è necessario. Ed ognuno si augura che l’addio lavorativo al mondo della scuola non significhi anche un addio all’impegno per la comunità. Sarebbe - dicono - una perdita per tutti.
Difficile non pensare che in questi giorni si sta discutendo del come punire i dipendenti statali fannulloni. Servirebbe, credo, anche premiare quelli che, come la Giugliano, senza pretendere nulla in cambio, si spendono tutti i giorni per dare quel qualcosa in più che rende ricchi chi gli sta vicino.
Catello Buonocore