“Prima qua c’era un immenso e orrendo cartellone pubblicitario”, spiega una signora uscendo dal palazzo e guardando soddisfatta il prato colorato di fiori che ora ricopre il muro laterale del suo condominio di corso di Porta Ticinese, in pieno centro a Milano. E’ un grande giardino verticale di 350 metri quadrati, un’intera parete agghindata con oleandri, gelsomini e ginestre, un “muro verde” che ha anche un’altra caratteristica: rispetta l’ambiente. In basso, infatti, spiccano una ventina di pannelli fotovoltaici che permettono al giardino di essere autosufficiente dal punto di vista energetico: i raggi del sole, infatti, si trasformano in energia elettrica che serve ad alimentare l’impianto di irrigazione delle piante e ad illuminarle la sera.

“E’ il primo giardino di questo genere in Italia”, spiega Massimo Bruno, responsabile di Enel, che ha realizzato il progetto col patrocinio del Comune di Milano. “Per dare acqua, concimare e accendere i faretti collocati tra le piante - chiarisce Bruno - si immetterebbero nell’atmosfera circa 750 kg di anidride carbonica all’anno, che grazie all’energia solare invece non vengono prodotti”. Proprio per testimoniare il valore energetico del manto verde è stato installato alla parete anche un piccolo contatore che segnala quanta energia pulita si produce, istante per istante, e quante emissioni di Co2 vengono risparmiate. Il primo ‘muro verde’ di Milano, però, non significa solo efficienza e attenzione all’ambiente, ma anche cura per l’aspetto architettonico e valorizzazione della storica bellezza della città. “Abbiamo cercato di inserire un tocco di verde e di natura in una delle zone più belle e antiche di Milano”, spiega Claudio Parolini, che ha seguito i lavori, iniziati a febbraio con l’allestimento delle strutture per sorreggere le piante, una dozzina di specie in tutto tra pitosfori, piante ricadenti e alloro che ricopre la parte bassa del muro.

”Abbiamo selezionato - chiarisce Parolini - in prevalenza quelle sempreverdi per avere un giardino vivo per tutto l’anno”. L’irrigazione avviene attraverso una particolare pompa idraulica collocata nella parte alta del muro che distribuisce, allo stesso tempo, acqua e concime su tutta la parete. (fonte Ansa)

Ecco una risposta civile e costruttiva a quei tecnocrati dei Comuni e anche della Sovrintendenza che considerano la zona vesuviana sottoposte a tutti i vincoli possibili ed immaginabili. Anche quando il cittadino onesto, in assenza di piani regolatori, è messo nell’impossibilità di rispettare le leggi? Un esempio? Provate a richiedere per la vostra abitazione l’installazione di pannelli solari, si, di civilissimi, ecologici pannelli solari, come è norma in altre parti d’Italia. Statene certi, una miriade di eccepibili e inutili cavilli e dinieghi vi pioveranno addosso. E perché tanta pignoleria non c’é quando si fa scempio del nostro territorio con mega-costruzioni, ville, alterazioni-modifiche di storiche costruzioni, come cinema e teatri trasformati in miseri bar-ristoranti, oppure cliniche in palesi difformità edilizie?

Per queste opere le autorizzazioni piovono a cataste e non sempre con i dovuti controlli nel corso dei lavori. Le autorizzazioni (dia) per gli impianti solari, in questa zona, permangono tutt’ora out. Vuoi vedere che i cittadini dovranno auspicare l’intervento della D.I.A. (Direzione Investigativa Antimafia).

                                                                                                                         Luigi Ambrosio