San Giuseppe Vesuviano - Siamo ad un anno dalle elezioni comunali. Tanto è trascorso dai lavori pubblici prelettorali eseguiti dalla giunta Ambrosio, da quando un fiume di asfalto e centinaia di pali della pubblica illuminazione furono seminati per tutto il paese, tanto che per i vicoli correva una battuta: “un camion di asfalto non si nega a nessuno”.

Nella Masseria del Principe, in via Zabatta, le cose andarono diversamente. Gli abitanti pretesero prima l’asfalto e poi avrebbe concesso il voto, furono irremovibili, “ci avete illuso per 25 anni ora basta!”. Così si trovò l’accordo: l’amministrazione avrebbe asfaltato e i privati avrebbero costruito i muretti a bordo strada. Detto fatto, i lavori partirono la settimana antecedente il 27 maggio ma il diavolo ci mise la coda nella persona dei consiglieri comunali Catapano e De Lorenzo, che confortati dalla presenza dell’allora candidato a sindaco senatore Bobbio, allertarono le autorità competenti, arrivarono i sigilli ai muretti e le denuncie ai proprietari.

Alcune settimane fa l’epilogo: il Comune ha asfaltato tutta la strada, tranne un pezzo, lasciando decine di pali Telecom e dell’illuminazione ad un metro e mezzo dal margine senza nessuna precauzione. Sembra un sogno, anche i cittadini di Masseria del Principe hanno avuto diritto ad una strada, un sacrificio lungo oltre 25 anni.

Oggi a distanza di un anno abbiamo chiesto un’opinione ad alcuni dei protagonisti dell’epoca. Il consigliere Catapano, frattanto è divenuto capogruppo del PDL al consiglio comunale, plaude all’iniziativa dell’amministrazione (!). ”Un anno fà abbiamo bloccato un’illegalità -dice - non vi era un’atto legale che autorizzava l’opera, oggi il Comune, al termine di un  progetto di acquisizione del bene al patrimonio comunale, di una regolare delibera ha avviato un’opera attesa da troppo tempo, non dimentichiamo che i residenti da sempre pagano tasse e tributi comunali e non hanno mai ricevuto nemmeno una strada decente. Purtroppo l’amministrazione Ambrosio è carente di progettualità e per questo non hanno provveduto a spostare i pali prima di asfaltare, ma il PDL vigilerà affinchè il pericolo sia almeno segnalato”.

Sarebbe stato interessante avere l’opinione del dirigente dell’Ufficio Tecnico, architetto De Angelis, ma purtroppo non ha ritenuto importante esprimersi con noi, ci ha invitato a fare regolare richiesta scritta alla quale avrebbe, caso mai, risposto.

Sicuramente i residenti di Masseria del Principe avevano diritto ad una strada, ma avevano anche diritto a fogne, gas, telefoni, elettricità, pubblica illuminazione e tutti quei servizi che in una cittadina normale sono definiti “infrastrutture urbane”. Anche se quei fabbricati non sono stati realizzati secondo un piano urbanistico, i proprietari hanno sempre pagato tasse e tributi ricevendone in cambio promesse e polvere, nessuno si può arrogare il diritto di offendere quelle persone facendo passare per “piacere” un dovere della Pubblica Amministrazione. Nella normalità ciò che è avvenuto in Masseria del Principe sarebbe additato come voto di scambio, da noi sembra che tutto sarà messo a tacere e anche i muretti saranno condonati e riceveranno la licenza in sanatoria.

Questi esempi di scempio della legalità minano il senso di convivenza, domani un gruppo di cittadini che chiede un’allaccio al gas o all’acqua, andrà a vendere il proprio pacchetto di voti ad una parte politica, ricevendone in cambio la promessa di un’intervento ad elezione avvenuta. Qualcuno definisce questi comportamenti “politica” ma è solo barbarie.

                                                                                                 Mimmo Russo