San Giuseppe Vesuviano -Dora Franzese, capogruppo del Pd in consiglio comunale, ha preso posizione sulla insensata installazione di segnali di divieto di sosta posta in essere in via Di Luggo, dall’assessore Ambrosio Antonio, attraverso un comunicato stampa che di seguito pubblichiamo integralmente.
Una soluzione per via G. Di Luggo: che bella idea ! Un articolo pubblicato qualche giorno fa su un nostro giornale locale testualmente riportava: “Installati dal Comune dei segnali di divieto di sosta e zona rimozione in via G. Di Luggo … si tenta di arginare il caos di veicoli in sosta selvaggia abbandonati da automobilisti indisciplinati diretti alla vicina clinica S.Lucia, situazione notevolmente peggiorata da quando via Aielli è chiusa a causa dei lavori fognari … Provvedimento voluto fortemente dall’assessore Ambrosio e dal consigliere Scudieri”.
Ma questi provvedimenti a quali idee e reali bisogni rispondono? Sono pensati, voluti e condivisi? A mio avviso ciò che sfugge ai nostri amministratori sono le idee che coinvolgono, che nutrono il senso di appartenenza e di condivisione, che tengono insieme, e li citano motivazioni, riflessioni e dibattiti e che portano a provvedimenti utili e condivisi.
Nella nostra realtà sembrano, invece, essere assenti le questioni che canalizzano un operato pubblico proteso allo sviluppo virtuoso del comune e dei cittadini. Ovvero spesso mi si insinua il dubbio che nel nostro paese la valutazione dell’utilità di un provvedimento si basa sull’interesse di pochi e non sui vantaggi che possono ricavarne la maggioranza delle persone. Di fatto, come cittadini di San Giuseppe Vesuviano, spesso facciamo i conti con le idee di chi ci amministra che oltre ad essere carenti sono persino controproducenti, inique ed in contrasto con l’assunto che ne è alla base.
Ragionando sui provvedimenti adottati dai nostri amministratori per via Di Luggo, penso che sia rimasto lettera morta il mondo delle idee quale processo sottostante la “conoscenza” intesa non solo come la causa che ci permette di pensare il mondo, ma come fondamento ontologico condiviso. Le idee aggreganti, non finalizzate a percezioni parziali, e produttrici di provvedimenti positivi, purtroppo, anche in questo caso, si sono rivelate inesistenti a San Giuseppe Vesuviano.
Ma veniamo ai fatti: Risale al 6 febbraio 2001 la prima petizione firmata dai cittadini residenti in via Di luggo inviata al sindaco dell’epoca con prot. n. 6048 del 6/2/2001. Con la stessa in sostanza chiedevano:”… una soluzione che salvaguardi sia le strutture interessate con i loro utenti, sia i residenti”. Ad essa sono seguite nel tempo segnalazioni al segretario generale, al Comando Polizia locale, ai Carabinieri, alla Procura della Repubblica di Nola che, però non hanno trovato alcun riscontro.
All’assessore Ambrosio intervenuto all’ultimo appello i residenti hanno dichiarato, rimanendo inascoltati, l’inutilità dell’installazione della segnaletica di divieto o della rilevazione di verbali nei confronti dei cittadini inottemperanti e la necessità di trovare idee e soluzioni condivise attraverso la costituzione di un tavolo di concertazione composto da tutte le parti in causa.
Per quello che mi riguarda non posso, oltre al personale impegno, non solidarizzare con i cittadini della zona ed associarmi ad essi nella richiesta all’ Amministrazione comunale di affrontare il problema dando voce, ascolto e risposte risolutive, che contemperino i bisogni di tutti. Il problema infatti può essere risolto solo con provvedimenti strutturali in quanto investe il privato, gli esercizi, il nosocomio. Firmato Dora franzese, capogruppo Pd in consiglio comunale.