San Giuseppe Vesuviano - Un anno fa erano stati accusati, nell’espletamento del servizio, di aver restituito un motociclo sequestrato al proprietario dopo l’intercessione di un presunto boss della zona. Su loro capo é pesata l’accusa di un reato penale. Mario Basile, Mario Papa e Luigi Ambrosio i tre agenti della polizia locale di San Giuseppe Vesuviano sono stati assolti dal Tribunale di Nola, per non aver commesso il reato a loro ascritto. Grande soddisfazione da parte dei tre agenti e, naturalmente delle loro famiglie e dei colleghi di lavoro. “Adesso ci va solo di dimenticare al più presto questa storia - hanno commentato - e di riprendere al più presto il nostro lavoro, a cui teniamo tanto e per il quale abbiamo sempre cercato di impegnarci al massimo delle nostre capacità. Siamo felici perchè si é trattato di una vera e propria liberazione, é finito un incubo, adesso torniamo alla normalità”.
Secondo l’accusa i tre agenti ai quali era stata tolta la divisa e destinati ad altre mansioni all’interno stesso del Comune di San Giuseppe Vesuviano, ma lontani da Comando di P.m., avrebbero dissequestrato un motociclo, dopo averlo fermato per infrazione al codice della strada, e quel che é più grave é che Basile, Papa e Ambrosio avrebbero preso la decisione in seguito all’intercessione di un personaggio locale, che a detta degli inquirenti, sarebbe stato vicino alla malavita organizzata.
Il fatto del motorino é ampiamente riportato anche nell’allegato al decreto di scioglimento del Comune da parte del Governo Berlusconi, su proposta del ministro Maroni, del 3 dicembre 2009. Scioglimento poi dissoltosi dopo l’accoglimento del Tribunale amministrativo regionale del ricorso presentato dalla disciolta amministrazione Ambrosio. Probabilmente sulla decisione del Tribunale di Nola avrà pesato anche il non veder confermata l’infiltrazione della camorra negli uffici di piazza Elena D’Aosta.
Frattanto é accolto dal Tar il ricorso presentato da un’altro agente della polizia locale, Roberto Avino, su di lui, addetto al settore commercio, pesava l’accusa di aver facilitato l’iter per l’ottenimento della licenza di vendita ad una azienda sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti. Il Tribunale amministrativo ha smontato tutte le teorie secondo le quali l’Avino avrebbe chiuso la pratica troppo in fretta per questi casi, addirittura in un giorno. La difesa invece ha tirato fuori incartamenti che comprovano il contrario e cioé che tra la domanda di licenza e l’iter affidato all’agente di p.m. erano passati mesi e non giorni.
Ritrovata giustizia e serenità é probabile che i quattro agenti di p.m adesso richiedano un lauto risarcimento all’amministrazione dello Stato.