San Giuseppe Vesuviano - Completamente abbandonata. Oggetto di ogni sorta di vandalismo. E’ diventata per molti giovani incivili una lavagna su cui scarabocchiare di tutto. Per i meno giovani un orinatoio a cielo aperto. E’ stata trafugata anche la recinzione in ferro. Un vero e proprio vilipendio della memoria storica di San Giuseppe Vesuviano. Un paese già di per se con poca memoria storica e quel che ne rimane è straziato dall’incuria e dal menefreghismo.

In piazza Elena D’Aosta versa in condizioni pietose il piccolo monumento eretto a memoria delle vittime dell’eruzione del Vesuvio del 1906. La tragica mattina dell’8 aprile, domenica della Palme, centoventicinque sangiuseppesi, tra uomini, donne, vecchie e bambini rimasero seppelliti sotto il crollo dell’Oratorio dello Spirito Santo, mentre assistevano alla messa officiata dal loro parroco don Giuseppe Ambrosio.

La stele di pietra lavica fu collocata nel cimitero consortile di Ottaviano, alle spalle della chiesetta. E’ rimasta lì per tanti lustri, ad imperitura memoria del grande sacrificio materializza tori in quei corpi straziati sotto le macerie del vulcano. E’ stata lì fintanto che l’amministrazione comunale con un “colpo di genio” ne decise il trasferimento nel luogo ove oggi è collocata. Si disse perché decisione figlia del “programma elettorale”, boh!

In pompa magna la colonna fu smontata dal cimitero di Ottaviano e rimontata in piazza Elena D’Aosta e sopra inciso nemmeno un nome di quelle povere vittime. E cosa dovrà ricordarci. Che una cosa che apparteneva ai morti è stata portata tra i vivi per essere ridotta in uno stato schifoso? Roba da far rabbrividire. Certamente ci ricorderà che chi volle fortissimamente quel trasloco oltraggioso ha poi miseramente fallito nel salvaguardarlo.

Sarebbe meglio salvaguardare la memoria storica di questa bistrattata comunità. Se poi non si è in grado di farlo, i cittadini ne prenderanno atto,  però evitiamo di finire in farsa come accaduto con la vicenda dell’ex Asilo Croce Rossa. Per questo consigliamo di riportare al camposanto, sua dimora naturale, la stele della vittime del 1906.