San Giuseppe Vesuviano - Questa è la storia di un viaggio intorno alla frazione Piano del Principe, un quartiere di San Giuseppe incuneato nel territorio di Poggiomarino e Terzigno. Si parte da vicino alla chiesa e a farmi da guida è un sangiuseppese doc, una persona che vive legato ai principi della nostra antica cultura contadina, per cui la terra è sacra e chi la offende o la sporca è un criminale da eliminare. E’ incredibile che nella consumistica San Giuseppe di inizio 2010 vi siano ancora persone legate alla terra e alla natura, ma Luigi mi dice che tutti i suoi vicini e conoscenti pensano come lui e che curano la terra così come si è fatto per secoli, il problema è che pochi hanno il coraggio di esporsi.

Superata la vecchia scuola di Piano del Principe, vandalizzata pochi mesi dopo la ristrutturazione, arriviamo in via Don Giovanni Antonio Gasparro (il lato nel territorio di San Giuseppe) e via Pulcini (il lato nel trerritorio di Terzigno) e troviamo ancora la Toyota segnalata al comando Polizia Locale di San Giuseppe Vesuviano, in bella mostra che per il comandante Tortora non può essere rimossa perchè nel settore di Terzigno. Tutto intorno a noi è un enorme discarica al di qua e al di là del ponte della Vesuviana, c’è di tutto:copertoni, eternit, rifiuti urbani ed industriali.

Il viaggio continua e imbocchiamo via G. Sepe ma il panorama e lo stesso, proseguendo facciamo il giro per località Flocco e torniamo indietro dall’altro lato della Vesuviana, è un’unica distesa di rifiuti. Superato il ponte della ferrovia arriviamo sotto il ponte della SS268 sempre sulla strada via Don G. A. Gasparro/Via Pulcini, dove incontriamo due Fiat Panda bruciate e una montagna di rifiuti. Qui un residente ci racconta del continuo viavai di furgoni e macchine che scaricano di tutto e dell’ultimo episodio (in ordine di tempo) in cui alcune persone intente a scaricare rifiuti lo hanno minacciato con una pistola intimandogli di fare silenzio in caso contrario sarebbero tornati.

Incontriamo un veicolo dei vigili urbani di Terzigno in servizio di pattuglia proprio contro gli scarichi selvaggi :”Durante il giorno giriamo spesso in queste strade di campagna, specialmente località Rosi, ma anche altri punti del comune di Terzigno, solo che alle 20 il nostro turno termina e riprendiamo il giorno dopo. Purtroppo molti scarichi avvengono di notte”.  Gli faccio notare che la “mia” Toyota è ferma da mesi vicino alla ferrovia e sarebbe il caso di rimuoverla. Rispondono mestamente : “… segnaleremo …”.

Il viaggio prosegue fra i nocelleti ed è un continuo assistere ai resti di incendi di pneumatici e depositi di rifiuti urbani ed industriali, qua e là i resti di carcasse incendiate. Arriviamo alla vasca Ranieri a Terzigno e il panorama cambia: la terra sembra un polimero nero/fumo nel quale l’auto affonda come se fosse creta e non sabbia vulcanica. Gli incendi hanno modificato il terreno circostante, ovunque montagne di eternit e rifiuti.

Raggiungiamo via Muscettoli e quindi via Enrico Carillo dove in una traversa a dx insieme a copertoni bruciati e rifiuti vari troviamo un bel coupè (o quello che ne resta) a terra vi è ancora una targa che raccolgo per consegnare alla P.L.. Proseguiamo e attraverso “lo stradone” raggiungiamo l’area della vasca al Pianillo dove troviamo la discarica in località Beneficio e tonnellate di amianto disperse sotto i nocelleti. Il panorama è strano, le piante sembrano esili ed intorno l’erba è rara. Il mio compagno di viaggio mi dice:”Tutta questa zona è contaminata, hanno bruciato di tutto, i proprietari vengono una volta l’anno, raccolgono quello che trovano e scappano, hanno paura ad attardarsi nelle loro proprietà. Si dice che nella fogna (sotto i nostri piedi corrono i tubi che raccolgono le acque delle vasche : Pianillo-Nappi-Ranieri e Furnillo e le portano al depuratore di Striano) di notte grossi camion hanno scaricato liquidi tossici e eternit frantumato come se fosse terra. In più i tombini sono stati rubati e i contadini per evitare di caderci dentro li hanno riempiti di terra “.

Il nostro viaggio continua fra cumuli di rifiuti e copertoni,incrociamo alcuni veicoli ed il mio accompagnatore consiglia di allontanarci, la zona è battuta da agenti in borghese a caccia di latitanti e forse la nostra presenza può infastidire qualcuno, anche perchè il sole sta calando e di notte queste contrade non sono molto sicure. Si dice che alcune facoltose famiglie hanno vigilantes privati a guardia delle loro proprietà tutta la notte.

Il mio viaggio ai confini del mondo termina sullo stradone di Poggiomarino, non avrei mai pensato che a meno di due km da piazza Garibaldi vi fossero tante tonnellate di rifiuti a cielo aperto e che fossero continuamente bruciate da anni. Le manifestazioni contro discariche ed inceneritori sembrano lontane anni luce, nessuno ha mai pensato di manifestare per Piano del Principe, eppure non è sulla luna. Rientrando ricordo il video girato dai ragazzi di Vocenueva qualche anno fa “Un mondo sporco … di tutto” e mi rendo conto che avevano solo ripreso la punta dell’iceberg e che forse non sapremo mai cosa è veramente sepolto sotto i nocelleti di Piano del Principe. Eppure oltre il 70% dei rifiuti che ho visto sarebbero totalmente riciclabili (umido - plastica - vetro - metalli - cartoni) i resti tessili e i copertoni se fossero raccolti asciutti non sarebbe costato molto smaltirli legalmente (da 15 a 20 cent/euro al kilo) restano amianto e liquidi sconosciuti.

La delusione è che il nostro Comune ha dilapidato (e sta dilapidando) decine di milioni di euro per i rifiuti e che ha anche querelati Unapagina per aver parlato della discarica di contrada Beneficio. Noi viviamo immersi fra scarti di ogni tipo, e c’è qualcuno che si vanta ancora oggi: “I rifiuti di Napoli?  Problema risolto!”.

                                                                Mimmo  Russo