San Giuseppe Vesuviano - E’ andata deserta la prima convocazione dell’assemblea dei soci della Popolare. Si replicherà il 23 maggio alle ore 10,00 sempre presso i locali dell’Hotel Ramada Naples in via Ferraris a Napoli. Alla nostra richiesta di avere il numero dei votanti e il nome dei candidati , gli impiegati addetti alla registrazione dei soci hanno opposto un netto rifiuto. Il presidente Angelo Carbone ha sbloccato la situazione e si è potuto così accedere alle informazioni. Gli iscritti all’assemblea sono1322 soci, molti hanno delegato altri soci portando così il numero dei reali presenti all’assemblea a circa trecento persone. I candidati sono cinque: Ambrosio Giovanni, Ambrosio Paolo, Catapano Anna Concetta, Dragonetti Umberto, Sarmino Ernesto.

L’operazione di registrazione dei soci, molto laboriosa e complessa, ha lasciato  dubbi fra gli stessi che non sono rappresentati all’interno del Consiglio di Amministrazione, proprio perchè alla chiusura dell’ufficio non erano disponibili i dati. Gli impiegati si difendono spiegando che il lavoro di registrazione è complesso e richiede molte ore per essere sicuri del numero esatto. Il dott.Ambrosio Giovanni ci spiega, “al momento della presentazione del socio, l’impiegato effettua il riconoscimento e l’inserimento del nominativo nel computer, quindi un secondo dopo la chiusura è possibile sapere quanti soci sono iscritti e quanti hanno in mano la delega al voto”.

La scelta della sede dell’assemblea, in Napoli, lascia perplessi molti soci. “Non si capisce perchè noi che siamo vesuviani dobbiamo spostarci in città per i lavori dell’assemblea, quando in San Giuseppe abbiamo la bellissima aula consiliare, struttura moderna ed accogliente, ed inoltre la più grande sala cinematografica del circondario: il Teatro Italia. Inoltre l’assemblea della banca potrebbe essere un momento di aggregazione per le varie anime che compongono la Banca stessa: abbiamo l’area espositiva di Striano, l’area della Fiera di San Gennaro solo per citarne alcune.

Il vertice della Banca oppone a queste proposte l’impossibilità di raccogliere tutti i soci in un’unico ambiente (sono soci oltre 2800 persone) dimenticando che a partecipare sono sempre quei soliti due o trecento soci particolarmente impegnati nella gestione. Sarebbe bello che la Banca si impegnasse ad allargare la base democratica dell’azionariato, coinvolgendo quanti più soci possibile nelle decisione. Ma attualmente il presidente Carbone non ritiene questa una priorità.

                                                                                               Mimmo Russo