San Giuseppe Vesuviano - Sono costretti a guardare per terra, perché devono scansare le centinaia di buche che costellano molte delle strade sangiuseppesi, ridotte a gruviera. Una situazione che definire indecente è poco. Ma scansare fossi è diventato pericoloso per la propria e per l’altrui incolumità. Il tutto grazie al Consorizio di bonifica del fiume Sarno, che dopo le fognature questo è il regalo che ha lasciato a San Giuseppe Vesuviano. Una eredità di cui avremmo voluto tutti fare a meno.
Via Vasca al Pianillo, via Salvati, via Chiavarielli, via Torricelli, ecc. sono alcune delle strade dove ci sono stati i lavori di fognatura, a vederle ora sembra come se quei luoghi fossero stati oggetto di un bombardamento. Ovunque o sono rimasti i fossi o una carriola di asfalto tanto per prenderci in giro. Non è che dove la strada è stata riasfaltata, vedi via Zabatta a Terzigno, i lavori siano omologabili. Perché basti vedere che in quel posto i tombini risultano essere sottoposti al piano stradale (sic!).
Sarebbe il caso che i consiglieri comunali, di San Giuseppe Vesuviano, di buona volontà dessero una mossa all’ufficio tecnico. O la storia dovra “per forza” ripetesi? Sembrerebbe proprio di si, almeno fino a questo momento. Venti anni dopo la metanizzazione il Comune sta ancora sborsando fior di quattrini a risarcimento dei danni causati dal pietoso stato in cui fu lasciato il manto viario dal tristemente famoso Cer, il Consorzio emiliano-romagnolo.