San Giuseppe Vesuviano - Un Comune senza pace. Adesso le polemiche e i veleni coinvolgono anche i dipendenti. Stavolta protagonisti dell’ultima “disfida” di San Giuseppe sono l’ex comandante della Polizia locale Ciro Cirillo, dimissionato dai commissari prefettizi lo scorso 18 gennaio, e Salvatore Boccia a capo dell’ufficio del personale.
Sembrerebbe proprio che neanche la tragica e anticipata fine della guida politica dell’ente abbia riportato il sereno in piazza Elena D’Aosta. “Anzi - commentano alcuni - c’è un clima da ‘notte dei lunghi coltelli’, e non potrebbe essere diversamente se tanti tra i dipendenti adesso si sentono finalmente liberi, mentre con la passata amministrazione, sciolta il 3 dicembre scorso per infiltrazioni camorristiche, si sentivano trattati col metodo dei due pesi e due misure”.
Lo scontro tra i due funzionari è lo strascico della discussa determina n. 55 del 28 dicembre scorso, contenente la graduatoria unica di merito del personale del Comune per le progressioni economiche orizzontali, a firma del ex dirigente Cirillo. Una graduatoria che a detta degli stessi dipendenti “avrebbe lasciato parecchi scontenti, sui 130 giudicati”. Un primo fronte si era aperto proprio all’interno del comando della polizia locale, già all’indomani della pubblicazione dei “voti”. Personale qualificato e con anni di servizio erano stati relegati in fondo alla lista. Così era stata boicottata da una parte del corpo anche la tradizionale festa per la ricorrenza di S.Sebastiano patrono dei vigili urbani.
Le maggiori accuse all’operato di Cirillo sono arrivate dal responsabile del servizio personale Boccia, per lui, “le valutazioni non sono state concordate ma bensì fornite direttamente dal Cirillo”, il quale era stato nominato dirigente, dall’ex sindaco Tonino, col metodo dell’intuitu personae, una nomina che forse già allora aveva lasciato l’amaro in bocca a qualcuno.
Adesso, da ex dipendente a termine, arriva la piccata replica accusatoria del Ciro Cirillo da Marigliano. “E’ vero che non concordai nulla col dottor Boccia - spiega nella nota 3231 - ma Boccia non può omettere di trascurare un particolare piccolo piccolo e cioè che lui ha indicato anche quali dipendenti dovevano avvantaggiarsi della progressione economica … anzi ha ritenuto di dover variare la valutazione di ben due dipendenti, favorendone solo uno”.
Cirillo conclude la sua lettera con una nota di colore, citando la scritta leggibile sulla lapide apposta fuori all’Ospedale della Pace di via Tribunali a Napoli: Dio mi arrassa/da invidia canina/da mali vicini, et/da bugia d’homo da bene. Un ammomonimento, che però andrebbe inciso anche sulla facciata della casa comunale, per quanti avessero intenzione, in futuro, di “supportare le gesta” di squallidi personaggi politici che hanno ridotto San Giusdeppe Vesuviano ad un dormitorio.