Al Sud vige la pax delle mafie, il controllo sociale che le organizzazioni criminali sottraggono allo Stato con la compiacenza e/o omissione delle istituzioni. E la rivolta degli immigrati a Rosarno è sintomo di tensioni sociali enormi che non vedono l’ora di sfociare.

I riflettori mediatici si sono già accesi su Rosarno e sulla rivolta scoppiata la scorsa notte in seguito al ferimento con colpi di arma ad aria compressa di due cittadini extracomunitari da parte di ignoti. Due o tre giorni di informazione alternata freneticamente da pubblicità e talk show caratterizzeranno i pranzi e le cene degli Italiani. Interviste a tutto spiano, in primis ai politici, interviste agli immigrati e poi ai cittadini del luogo. Una bella inquadratura alle forze dell’ordine in assetto antisommossa che presidiano il paese farà scattare moti di indignazione in qualche ospite in studio ipocritamente scandalizzato da tanta violenza. I salotti televisivi infatti sono in pieno fermento, pronti ad ospitare opinionisti dell’ultima ora e politici di entrambi gli schieramenti nella speranza di raccattare qualche voto in più in vista delle elezioni regionali. Belpietro stamattina ha fatto in fretta, voleva l’esclusiva dal suo banchetto (profumatamente pagato dai contribuenti) di Rete 4 per intervistare il Ministro degli Interni Roberto Maroni, il quale ovviamente non ha mancato di esternare la solita ramanzina in salsa leghista nei confronti dell’immigrazione clandestina e della presunta “tolleranza” attuata dai precedenti governi in materia di immigrazione.

Rosarno è solo uno dei tanti paesi del Sud Italia abbandonati alle organizzazioni criminali. Una vita che diventa impossibile tra la morsa stringente delle mafie, della disoccupazione e spesso anche della devastazione ambientale. Il comun denominatore che unisce queste cittadine è sempre lo stesso: la speculazione edilizia. La rivolta degli immigrati ha trasportato come d’incanto le telecamere dei notiziari mostrando a tutto il Paese l’abbandono di questi luoghi, dove vengono lasciati marcire sia gli abitanti sia gli immigrati. Una situazione che si ripete in gran parte dei Comuni meridionali e non solo, come Castelvolturno o Mondragone, dove la cittadinanza non vive ma sopravvive insieme ad una larga fetta di persone extracomunitarie in un territorio schiacciato tra mafia, cemento, degrado e rifiuti tossici.

Il Re è nudo in momenti come questi. il governo dimostra la sua intrinseca debolezza dietro l’arroganza solita dei suoi rappresentanti: non è in grado di controllare il territorio. I politici hanno trovato più comodo affidare il controllo sociale del Sud alle organizzazioni criminali, che garantiscono così la pax mafiosa grazie alla forza delle armi, laddove uno Stato che si professa democratico dovrebbe garantire invece il diritto alla vita con le leggi e i servizi sociali.
Ma le rivolte e le sparatorie che si verificano nei quartieri degradati delle metropoli meridionali, le navi radioattive affondate in mare dalla ’ndrangheta, le bombe piazzate dalla mafia, sono il prezzo da pagare della corruzione della classe dirigente, che si rifugia dietro il pretesto dell’immigrazione clandestina e dell’uomo nero che stupra e uccide le donne italiane, discolpandosi così e rinfocolando l’odio etnico tipicamente leghista. Strana cosa per il Partito dell’Amore…

L’unico intervento che il governo farà è quello repressivo. La gestione del territorio verrà affidata ai reparti mobili di polizia e carabinieri, qualche magistrato temporaneamnete aggregato e forse anche l’esercito militarizzerà quelle aree. Non intaccando però minimamente i lucrosi affari della ’ndrangheta. Quella deve prosperare sempre e comunque, sennò il PIL italiano come fa a crescere?

                                                                       di A.V.