La Cassazione dice basta al nepotismo negli incarichi pubblici e da il via alla linea dura contro gli amministratori pubblici che “in chiaro contrasto con qualsiasi principio di imparzialità e di buona amministrazione” violano “i doveri di imparzialità, onestà che debbono osservarsi da chiunque eserciti una pubblica funzione”, favorendo l’assunzione di amici e parenti. La vicenda presa in esame dalla Corte è quella relativa a un ex sindaco che secondo l’accusa avrebbe pilotato l’assegnazione del servizio di gestione delle scuole materne verso una determinata cooperativa in assenza di gara d’appalto o trattativa privata. Il “favore” sarebbe stato poi ricambiato con l’assunzione di parenti e conoscenti.