San Gennaro Vesuviano - Che vivere dalle nostre parti è un’impresa titanica è risaputo, ma questa storia supera qualsiasi immaginazione. Un signore, che per ovvi motivi chiameremo Gennarino, è proprietario con la sua famiglia di un’appezzamento di terreno, ereditato dal padre buonanima e per questo motivo tenuto per ricordo nella disponibilità di tutta la famiglia.
Questo terreno ha la sfortuna di trovarsi al confine fra Palma Campania, San Giuseppe Vesuviano, Striano, S. Gennaro Vesuviano, in quello che viene definito il quadrilatero della morte. Dove negli ultimi dieci anni sono stati scaricati migliaia di tonnellate di rifiuti e scarti della lavorazione del tessuto, senza che nessuno ponesse alcun argine serio a questa consuetudine criminale.
Un giorno di mezza estate a Gennarino e alla sua famiglia viene notificato un’ordine perentorio del Tribunale di Nola: bisogna ripulire il fondo di loro proprietà dai rifiuti che vi stazionano, pena l’intervento del Comune e successivo addebbito agli eredi delle spese.
Cosa era successo? Facciamo un passo indietro. “Causa gli impegni di lavoro miei - spiega il signor Gennarino- e dei miei fratelli, le visite al terreno di nostra proprietà erano divenute meno frequenti, il nostro fondo coltivato a noccioleto è stato sempre tenuto recintato e ben curato. Dei criminali vi avevano scaricato di tutto: copertoni, stracci e rifiuti vari. Quando sono intervenuti i tecnici hanno appurato che vi erano ben 15 codici differenti di sostanze nocive”.
La Forestale accortasi di ciò insieme al’ARPAC invece di perseguire i criminali ha applicato una legge assurda: il proprietario è tenuto a ripulire, in caso di inapplicazione dell’ordinanza vi sono pene severe. Gennarino insieme ai suoi fratelli è stato costretto a pulire ciò che altri avevano sporcato. “E non certo con scopa e pala- aggiunge il signor Gennarino- ma chiamando una ditta specializzata, che al costo di oltre 25.000 euro ha provveduto ad inventariare il materiale ed a smaltirlo in discariche specializzate, codice per codice. A nostro carico anche l’analisi del terreno e della falda per stabilire se vi era un’inquinamento”
“A questa storia fa da contrasto quelle dei Comuni del vesuviano, forse quando ripuliscono le strade da tonnellate di rifiuti incendiati chiamano la Forestale e l’ARPAC per inventariare i materiali? -fanno sapere da Azione Civile-Gruppo ecologico vesuviano- Oppure fanno analizzare il suolo ed il sottosuolo per stabilire un’eventuale inquinamento? Per il legislatore sembra essere più facile perseguire il proprietario del fondo e non i delinquenti che scaricano e lo continuano a fare impunemente. I Comuni sono immobili davanti agli inquinatori del territorio e come gli struzzi si nascondono con la testa sotto la sabbia quando vi è da tutelare i cittadini”.
Il risultato è stato che Gennarino e la sua famiglia sono stati costretti a vendere la terra del babbo, perchè vista la situazione hanno paura che il fatto possa ripetersi ancora. Se qualcuno aveva un secondo fine, si può dire che lo ha ottenuto?