San Giuseppe Vesuviano - Al civico 267 di via S. Maria la Scala i tubi che perdono sembrano diventati una telenovela e … perdono sempre. Tre riparazioni in nemmeno dieci giorni alla condotta della Gori spa. Una serie di inutili rappezzi degni dell’ultimo Stato del quinto mondo, ma nello stesso punto ricomincia lo zampillo in superficie. Se la nostra acqua è nelle mani di quei personaggi assunti alla Gori per raccomandazioni e che si atteggiano ad esperti e che vediamo sui cantieri, c’è da essere assai preoccupati.

La risposta alla telefonata al numero verde della Gori 800218270 e alla Polizia locale, preoccupati per le infiltrazioni e la stabilità della strada, é: “… Provvederemo …” Con calma poi, arriva un mezzo della Gori con due tecnici per fare il sopralluogo. Uno di loro incalzato sulla pessima riparazione eseguita dice: “Sapevamo già che la riparazione fatta dall’altra squadra non era conforme, il problema è che il Comune non ci permette di fare scavi in luogo pubblico”. (sic!) Il riferimento è al nuovo Regolamento comunale sugli scavi in luogo pubblico (delibera n. 54 del 08/10/2008), che detta le regole e penali (da 500 a 2000 euro) per scavi e ripristino dei luoghi. A volere fortemente una regolamentazione degli scavi pubblici è stato Franco Giugliano (Unione Sangiuseppese).

Peccato che questa “legge” viene puntualmente disattesa sia dagli enti interessati ai lavori e sia dagli uffici pubblici che dovrebbero fare i controlli, in primis ufficio tecnico e Polizia locale. E che gli scavi si sono ridotti solo alla somma urgenza. Regole che avrebbero dovuto tutelare i cittadini e il bene pubblico, sono divenute un boomerang che li danneggia.
In tutto questo, via S.Maria la Scala, il tubo perde ininterrottamente provocando grossi danni alla strada e uno spreco di acqua potabile enorme, che sarà spalmato sulle bollette sotto la voce “eccedenze”. La politica si disinteressa totalmente al problema acqua, fermo restando di presentarsi solo quando esce la possibilità di gestire appalti e posti di lavoro alle commarelle.

                                                                         Mimmo Russo