San Giuseppe Vesuviano - Al termine di un intenso e lungo lavoro investigativo durato quasi tre anni, la Guardia di Finanza di San Giuseppe Vesuviano è riuscita a far luce su un organizzazione dedita all’emissione di fatture per prestazioni inesistenti. Le indagini coordinate dalla sezione di criminalità economica della Procura della Repubblica di Napoli, si sono concluse con la scoperta di emissione di fatture relative ad operazioni inesistenti per oltre 25 milioni di euro.
Il complesso giro che faceva capo ad una commercialista napoletana Stefania Tucci, si articolava su una serie di società nazionali ed estere domiciliate in paesi offshore alla stessa facenti capo che, secondo le esigenze illecite, emettevano o utilizzavano documenti fiscali, attestando così prestazioni di servizio (per lo più consulenze o cessioni di merce) a favore di imprese nazionali che, nella realtà, non sono mai avvenute. Gli scopi perseguiti erano molteplici per gli utilizzatori delle predette fatture false: accanto a quello di frodare il Fisco, mostrando costi aziendali mai sostenuti, si raggiungeva l’obiettivo per i titolari e amministratori delle aziende, di assicurarsi la disponibilità occulta delle somme apparentemente spese per il pagamento di quei costi, somme che rientravano in “nero” ed in contanti in Italia, attraverso “spalloni” incaricati da una società fiduciaria svizzera ed utilizzabili per i più vari scopi tra i quali la corruzione.
L’indagine, che ha interessato l’intero territorio nazionale con numerose perquisizioni in sedi di aziende e abitazioni con conseguente sequestro di copiosi atti e documenti, aveva visto per i mesi scorsi già conclusi gli accertamenti relativi ad alcuni tronconi dell’investigazione tra i quali quello relativo all’indebita percezione di contributi comunitari per oltre 2 milioni e mezzo di euro da parte della Cosmofilm per l’operazione MAN; quello relativo alla corruzione e turbativa d’asta presso la Regione Campania ed altri. Alcuni dei responsabili inoltre, allo scopo di rendere irreperibile qualsiasi traccia o prova dei reati commessi, hanno occultato e distrutto documentazione contabile la cui conservazione è obbligatoria, nonché corrotto alcuni funzionari dell’Agenzia delle Entrate.
Dodici persone sono state rinviate a giudizio dal Pubblico Ministero per reati che vanno dall’associazione per delinquere, all’emissione ed utilizzo di fatture per prestazioni inesistenti, all’occultamento / distruzione delle scritture contabili, alla corruzione e al riciclaggio. Le indagini proseguono nei confronti dei numerosi soggetti utilizzatori. Per questo un plauso va alla Divisione della Guardia di Finanza del nostro paese!
Luigi Ammendola