San Giuliano di Puglia è un piccolo paese in provincia di Campobasso (Molise) che non arriva a 1200 abitanti. Vive principalmente di agricoltura, si produce dell’ottimo olio. Durante il XX secolo ha subito delle grosse ondate migratorie verso il nord e il sud America prima,e verso l’Europa centrale dopo l’ultimo conflitto mondiale.
Giovedi 31 ottobre 2002 era un giorno come tanti, nella scuola elementare Francesco Jovine erano presenti 58 bambini, i loro insegnanti e il personale non docente. Era un giorno di festa, le maestre preparavano i bambini ad Halloween. La scuola aveva subito un’ampliamento da poco con una sopraelevazione e tutti i locali erano stati attintati di fresco. Tutto sembrava normale quando alle 11.32 si ebbe una scossa del 5,4 grado scala Richter.
I bambini furono sorpresi dal tremolio, qualcuno preso dalla paura si lanciò dalla finestra al piano terreno, tanti seguendo le indicazioni degli insegnanti, si infilarono sotto i banchi attendendo che la terra smettesse di tremare. Purtroppo il piano sopraelevato collassò su se stesso seppellendo tutta la scuola. Subito gli abitanti cominciarono a scavare con le mani, si aggiunsero poi i vigili del fuoco e i vari gruppi della Protezione civile che man mano arrivavano in paese.
Il bilancio alla fine della giornata fu tremendo: 27 bambini morti con la loro maestra .In tutto il paese le vittime furono solo altre due anziane morte più per la paura che per i crolli. L’emozione in Italia e nel mondo fu enorme, partì immediatamente una gara di solidarietà che coinvolse cittadini e istituzioni al grido Mai più . Lo Stato varò subito norme più stringenti sulla sicurezza degli edifici scolastici e sulla prevenzione da rischi naturali. Da subito però si capì che non era possibile mettere a norma decine di migliaia di edifici, molti dei quali vecchi di secoli. Sembrava però che tutti, cittadini e politici, avessero preso coscienza che bisognava cambiare registro.
Soltanto il 26 febbraio del 2009 la Corte di Appello ha condannato i responsabili (fra cui il sindaco, papà di una delle vittime, ndr) a pene fra i due e i sette anni di reclusione. I genitori dei bambini si sono costituiti in un Associazione Onlus per tenere vivo il ricordo delle giovani vittime, e insieme all’Associazione dei dipendenti della scuola e ad altri Enti nel 2006 organizzarono una raccolta di firme affinchè gli edifici scolastici privi di certificazione siano chiusi e non fatti a norma per decreto. Anche Unapagina e le associazioni Azione Civile e Gev parteciparono raccogliendo oltre mille firme in pochi giorni tra i cittadini sangiuseppesi desiderosi di vedere i loro figli ospitati in edifici decenti. Di questa raccolta firme si è persa ogni traccia, le scuole continuano a collassare per infiltrazioni o per lavori di manutenzione fatti in economia, i responsabili continuano a fare spallucce o al massimo vietando riprese filmate all’interno di scuole da terzo mondo adducendo scuse banali sulla privacy dei bambini.
Questa che si vede nella foto è la scuola “E. Bonagura” di via Pace sede del terzo circolo didattico, un’edificio abbastanza nuovo, ma guardando attentamente, tutti i pilastri del piano terreno sono implosi mostrando i tondini di ferro. All’interno molte porte aprono al contrario, nessuna barriera architettonica è stata abbattuta tanto che ultimamente un consigliere comunale ha chiesto l’acquisto di un montascale scrivendo ad un giornale invece che al sindaco. Sembra che questa macchina costi 6/7.000 euro, niente contro quello che spende l’amministrazione per una serata a base di zeppole e pizze.
Parlare di queste cose con i dirigenti scolastici provoca in loro uno stato di forte ansia, che sfocia spesso nell’allontanamento dell’intruso manco si trattasse di un criminale. I responsabili istituzionali, sindaco, assessori e consiglieri di maggioranza invece liquidano la cosa come un tentativo di bassa politica che viene puntualmente affogato dalla valanga di consenso elettorale. In tutto questo i principali interessati, i genitori, si limitano a depositare i loro figli sull’uscio di questi edifici privi di regolari certificati, disinteressandosi totalmente di quello che accade. Fermo restando di fare una denuncia scritta con raccolta di firme, quando in un’altra scuola cittadina, crolla parte del solaio.
Sette anni sono passati, quella che sembrava una rivoluzione sotto la bandiera delle vittime innocenti di San Giuliano, si è via via sgonfiata. Nessuno dei grandi opinion maker nazionali ha speso una parola, fosse anche solo per ricordare, verso chi è stato vittima dell’incuria e dell’avidità di una classe politica/economica che domina in tutta l’Italia. I nostri mass media per giorni sono immersi nella melassa dei gusti sessuali dei nostri politici, lasciando alle notizie importanti solo i ritagli di tempo.
Mimmo Russo