San Giuseppe Vesuviano - Il sette dicembre prossimo la Parrocchia di S.M. la Scala compie 70 anni. Ma la sua storia parte da molto lontano. Secondo l’illustre concittadino Silvio Cola ( 15/10/1888 - 05/09/1970 ) autore di una storia di S.Giuseppe, ci sono notizie di una cappella fra le località Zabatta e Campitielli del Comune di Ottajano già durante la terribile peste del 1656 che costò oltre 2500 morti fra gli abitanti della zona.
Col tempo questa antica cappella, nella quale vi era un affresco della Vergine Maria ai piedi della Croce che stringeva al petto Gesù appena morto per crociffissione, andò in disuso e, dopo il crollo del tetto, rovi ed arbusti si impadronirono di tutto. Su questo luogo vi è una leggenda molto bella che ci è stata tramandata da Domenico Gianstefano Remondini che insieme al Montorio narra di una pia donna che un giorno passando davanti ai ruderi della cappella incontra una bellissima dama vestita di bianco somigliante alla Vergine, che le dice: “Dite al primo che incontrerete che mi levi queste spine dal volto”.
La donna incredula pensava di aver sognato, ma continuando per la Zabatta incontrò un’uomo a cavallo diretto al Campitello e subito lo informò dell’accaduto. Il cavaliere si chiamava Angelo De Angelis di origine calabrese, nel passato era stato ricercato per omicidio e condannato alla pena capitale, solo che furbamente per scampare alla giustizia si era messo sotto la protezione del Principe di Ottajano, il quale se ne serviva, ufficialmente, per gestire le sue terre. Colpito dalle parole della pia donna chiamò subito degli operai per liberare l’immagine della Madonna, non conento a sue spese riparò lo stabile e pagò un sacerdote per fargli dire messa.
Tale era la sua devozione alla Vergine che si adoperò, sempre a sue spese, per progettare e costruire una chiesa più grande solo che non riuscì nel suo intento, ma il suo nobile progetto fu preso in carico dai signori Domenico e Francesco Salvati che con l’aiuto di altri cittadini del luogo completarono l’opera.
Arriviamo al sette dicembre 1939 quando con bolla del Vescovo di Nola Michele Camerlengo la chiesa fu eretta a parrocchia e bisogna aspettare il 14 dicembre 1942 per avere il Decreto Reale, proprio nei giorni in cui i nostri soldati iniziano la terribile ritirata dalla Russia che costò oltre 100mila vittime. Sotto la giurisdizione della parrocchia sono i quartieri di Santa Maria la Scala e della Zabatta.
Il primo parroco della storia è il celebre Don Guerino Bossone da Lauro di Nola che reggerà le sorti della chiesa per oltre 40 anni. Don Guerino come rettore pro tempore nel 1937 si attivò per costruire la casa canonica sul suolo donato dalla signora Rosa Ambrosio, solo nel 1950 su progetto dell’ingegnere Luigi Giordano si demoli il precedente fabbricato e si eresse la chiesa come la vediamo oggi con il campanile alto 25 metri e l’asilo parrocchiale.
Quasi un anno dopo la morte di Don Guerino arriva alla Parrocchia di S.Maria la Scala Don Antonio Guadagno che ne reggerà le sorti dal 1987 al 1993 anno in cui si trasferirà alla Parrocchia dei Casilli per sostituire il celebre Don Felice molto ammalato.
Dal 1993 al 2004 è stato Don Francesco Cunto di Somma Vesuviana ad occuparsi dei fedeli di S.Maria la Scala fino all’arrivo dell’attuale parroco Don Domenico Cirillo il 28 novembre 2004. Grazie a Don Mimmo tutto l’ambiente della Parrocchia sembra rinato a nuova vita, sono decine i gruppi di fedeli organizzati in varie discipline che ruotano attorno alla chiesa ed alla casa parrocchiale nella piazzetta antistante.I l loro unico fine è quello di unirsi per svolgere solidarietà e dare risposte a quelle famiglie che cercano nella Chiesa le risposte ai loro problemi.
Mimmo Russo