A Napoli e provincia i cittadini stanno dando mandato all’avvocato per chiedere la restituzione dell’Iva sulla tariffa per lo smaltimento dei rifiuti che il Comune ha chiesto negli ultimi dieci anni. Ciò dopo che la Corte Costituzionale ha stabilito che i denari chiesti ai cittadini per lo smaltimento dei rifiuti, rappresentano già una tassa, sulla quale non può essere chiesta l’Iva che dovrà, quindi, essere restituita. Le associazioni di consumatori avevano auspicato, all’indomani della sentenza, la creazione di un meccanismo automatico di restituzione del denaro indebitamente introitato dai Comuni tramite una riduzione delle quote richieste per il futuro ai cittadini. Visto che non c’è nessun segnale ufficiale in tal senso i cittadini, almeno quelli più attenti, già si sono rivolti ai legali.
Azione Civile, l’associazione di difesa dei cittadini e dei consumatori, spiega. «Si potrà mettere in mora il Comune chiedendo la restituzione. Se non dovesse arrivare risposta ci si potrà rivolgere alla Commissione Tributaria per far partire la causa di rimborso».
Con l’avvento della nuova tassa, la Tia, l’Iva non è più in cartella, per cui i rimborsi possono riguardare solo gli anni precedenti. Discorso differente per i Comuni, molti della provincia, dove la Tarsu è ancora in vigore».
«Sono tanti i cittadini che chiedono consulenza per sapere in che modo rientrare in possesso del denaro che hanno versato – continua Azione Civile - plausibile ipotizzare che, con l’inizio di ottobre, quando le ferie saranno terminate, saranno migliaia le richieste alla Commissione tributaria per la restituzione dei soldi».
Secondo una stima realizzata a livello nazionale ogni famiglia italiana potrebbe avere diritto alla restituzione di 350 euro in media. Qui c’è puzza di decreto salva Comuni.

A cosa fare attenzione: Se non avete nulla che provi il versamento dell’Iva perché avete solo I bollettini, usateli comunque senza indicare gli importi dell’Iva versata. Se negli ultimi 10 anni è cambiato il gestore del servizio, ad esempio siete passati dal versamento al Comune a quello all’ente municipalizzato, inviate due richieste separate per i rispettivi periodi di competenza. La prescrizione per la richiesta di rimborso dell’Iva è di 10 anni, ma potete bloccare questo termine inviando il modulo tramite raccomandata con ricevuta di ritorno. Il Comune o gli altri enti a cui avete pagato la Tarsu hanno 90 giorni per rispondere alla vostra richiesta di rimborso. Se non rispondono vale il principio del “silenzio diniego”. Potete presentare la richiesta di rimborso fino al 24 luglio 2011, ovviamente più aspettate più slittano i termini di prescrizione. In pratica entro il 2009 potete chiedere il rimborso fino al 1999, dal 2010 potete risalire al 2000 e così via…

Cosa fare se negano il rimborso
Se l’Ente non riconosce la sentenza della Corte costituzionale e vi nega il rimborso, o non risponde, potete presentare un ricorso alla commissione tributaria provinciale. Potete farlo come singolo contribuente se il valore della causa risulti inferiore a 2.582,28 euro. Al di sopra di questa cifra è necessario farsi assistere da un avvocato. Per fare ricorso alla commissione avete 60 giorni di tempo dal momento in cui ricevete la risposta negativa dell’ente o dal termine dei 90 giorni dalla presentazione della richiesta di rimborso.