San Giuseppe Vesuviano - Triste rientro dalle vacanze per i sangiuseppesi, molti hanno già trovato nella buca delle lettere la bolletta della Tarsu. L’aumento è stato del 73% rispetto al 2008. Per capire il fenomeno bisogna fare un passo indietro. Nel 1997 il Parlamento approvò il decreto Ronchi, la prima legge quadro sul tema dei rifiuti. Lo Stato parlò chiaro: sei anni di tempo ai Comuni per attrezzarsi con isola ecologica, oasi ecologiche per quartieri, differenziata al 35% minimo. Ai privati fu detto: chi sporca pulisce! In cambio però fu offerto esonero della Tarsu per chi gestiva i propri rifiuti privatamente (le aziende) e per chi si impegnava nella differenziata (le famiglie)

Questa legge è rimasta lettera morta per la stragrande maggioranza dei Comuni italiani, specialmente al Sud. Escluse eccezioni come Mercato San Severino, altri di sindaci ed amministratori si sono dedicati ad altro. I Comuni come San Giuseppe Vesuviano, inadempienti già nel 2003, si sono trovati a dover fronteggiare l’emergenza rifiuti della Regione Campania. Una manna dal cielo! Milioni di euro spesi in emergenza e nemmeno un centesimo in infrastrutture.

A San Giuseppe la spesa dei rifiuti si impenna da 1,8 ml di euro del 2005 agli oltre 4 del 2006/2007. L’amministrazione si giustifica addossando le proprie responsabilità alla Regione Campania. Il popolo ci crede e pone il bollo dell’autenticità votando quel gruppo di potere all’80%. Incurante delle denunce, qualificate, di tecnici come il ragioniere Verdoliva che pubblica una relazione sul disastro dei conti del Comune.

Purtroppo fino all’esercizio 2008 lo Stato ha concesso ai Comuni di prelevare dai cittadini almeno il 50% della tassa ed il resto sottrarlo da altri capitoli: scuola, servizi sociali, viabilità, etc. Con l’avvento del governo Berlusconi, votato all’83% dal popolo sangiuseppese, si è cambiato registro: la Tarsu deve coprire il 100% del servizio. Da qui il manifesto a firma del sindaco, ieri che come negli anni scorsi lui continua a scaricare su altri le proprie “perplessità”, se così vogliamo dire.

Eppure siamo a settembre 2009 e non abbiamo ancora: isola ecologica, oasi ecologiche, differenziata al 35% e cosa più importante, non è all’ordine del giorno il passaggio da Tarsu a TIA come stabilito nel 1997!All’inizio del 2008 l’ufficio ambiente diretto dal dottor Scopa si impegnava, in 6/12 mesi: con raccolta differenziata al 60%, ritiro di umido-secco-cartoni e plastica dalle aziende sette giorni su sette, piazzare 65 campane per il vetro, lavare le strade nel periodo 01/05 - 30/09 sei giorni su sette e le caditoie uno su sette. Nulla di tutto ciò si è mai visto!

Oggi questa stessa amministrazione, eludendo responsabilità ed obblighi, scarica sul suo stesso governo nazionale di riferimento politico tutto l’aumento, dichiarando che un tentativo di opposizione avrebbe comportato il commissariamento del Comune. Ma sarebbe stato veramente un danno?

                                                                                    Mimmo Russo