San Giuseppe Vesuviano . “Il sacchetto di plastica simbolo del degrado ambientale”. Allora perché non vietarlo? Qualche Comune d’Italia, vedi Torino (sindaco Chiamparino), hanno già pensato di proibire la distribuzione dei sacchetti di plastica negli ipermercati e l’utilizzo degli stessi sul territorio comunale. Un primo passo per sconfiggere il degrado ambientale.
Già il degrado, se ve ne è a iosa e proprio in un paese come San Giuseppe Vesuviano, dove la pulizia, l’ordine e il rispetto delle regole sono da sempre un optional e dove la parola vivibilità non esiste nel vocabolario assai sintetico di questa classe di amministratori comunali. Incapaci si di imporre il rispetto delle regole, ma anche per nulla avezzi a far si che tra i giovani maturi una coscienza civica, cioè quello che in altri paesi, poco distanti da qui, è l’elementare rispetto della strada, del marciapiede, insomma della cosa pubblica.
Un primo passo di buona volontà verso la vivibilità, potrebbe essere proprio da settembre una sorta di inversione di tendenza. Una ordinananza che vietasse su tutto il territorio comunale l’utilizzo delle buste di plastica e la reintroduzione delle vecchie borse della spesa, quelle fatte con lo spago o il nylon. Un ulteriore, fondamentale passo verso la vivibilità, potrebbe essere una convenzione Comune-scuola che desse un’accelerata all’insegnamento della educazione civica, cha a fine anno verificasse il grado di apprendimento e distribuisse dei premi agli studenti.
Sarebbe possibile tutto ciò o rimarrebbe una mera utopia, ben sapendo che a San Giuseppe Vesuviano anche fare le più piccole cose equivale a enormi macigni da smuovere? Certo il retroterra non sarebbe rassicurante. Questo è il paese dove ognuno fa quello che vuole e il manovratore che desidera non essere disturbato a sua volta non controlla. Come si spiegherebbero allora i pochi lavori pubblici effetuati e per giunta anche inomologabili, oppure le scuole decrepite, la sporcizia in pieno centro cittadino, oppure esercenti che si sentono talmente super protetti da consentirsi di stravinere lapidi e marciapiedi impunemente. Gli squallidi personaggi che li proteggono, però, escono dalle botteghe con la spesa in mano (buste di plastica!). Ma almeno pagano?