San Giuseppe Vesuviano - Uno dei temi che è stato molto a cuore ai consiglieri di maggioranza durante l’ultimo consiglio comunale è stato il rapporto con la popolazione straniera residente nel nostro comune. Ha iniziato Catapano chiedendo maggior rispetto delle leggi sull’immigrazione per quelle persone che stazionano in piazza Garibaldi, seguito dal consigliere Areniello che ha chiesto maggior controllo mentre il consigliere Spano ha puntato il dito sulla mancanza di sicurezza dei cittadini, specialmente anziani, a causa dei tanti stranieri presenti sul nostro territorio. Ambrosio Gennaro ha chiesto l’applicazione della norma sull’abitabilità dei locali affittati agli stranieri per cercare di arginare il fenomeno delle residenze indesiderate sul nostro territorio.
Il termine che univa tutti questi interventi è stato la parola extracomunitario. Termine che in realtà non esiste nel nostro vocabolario, ma è stato coniato dai burocrati di Bruxelles all’indomani della prima elezione al parlamento europeo del 1979 seguita dal Trattato di Shengen del 1985 sulla libera circolazioni di persone e merci all’interno della Comunità Europea, per finire al Trattato di Maastricht del 1992 che fornisce le linee guida dell’Europa attuale. Si voleva,insomma, dividere con un termine burocratico tutti i cittadini con il passaporto di uno stato aderente all’Unione Europea dagli altri cittadini del mondo.
Purtroppo fra la gente comune questo termine è servito per dividere i cittadini provenienti dai paesi ricchi da quelli che provenivano dal blocco comunista in crisi o dalle parti più povere del pianeta come Nord Africa, Asia e Cina. A San Giuseppe Vesuviano i primi a giungere verso la fine degli anni ‘90 furono i polacchi con i loro bus sgangherati e carichi di merci da vendere a basso prezzo. Le donne si impiegarono come domestiche e gli uomini come operai nell’industria e nell’agricoltura. Per questi cittadini che erano stati la punta di diamante del sistema sovietico fu uno schok, per noi altrettanto: per la prima volta nella storia da popolo emigrante eravamo paese ospitale. La convivenza fu subito difficile, nessuna integrazione, anche se molte ragazze si sono sposate a San Giuseppe, i nostri popoli sono vissuti separati con i polacchi fortemente discriminati. Noi Italiani come cristiani abbiamo dimenticato il sacrificio di 30.000 polacchi agli ordini del re Jan Sobieski che nel 1683 salvarono Vienna e l’Europa dai Turchi, come cittadini abbiamo dimenticato il sacrificio dei “Garofani Rossi” del generale Anders a Montecassino nell’inverno del 1944, migliaia di ragazzi riposano nel cimitero militare sotto l’Abbazia.
Sono passati gli anni e le immigrazioni si sono succedute: Albanesi, Marocchini, Tunisini, Algerini, Cinesi, Ucraini,Bulgari, Rumeni e Moldavi queste le Etnie maggiormente presenti nel nostro Comune. Mai che l’amministrazioine abbia cercato di creare un ponte fra i residenti e gli stranieri, gli unici atti pubblici sono stati: un manifesto in sei lingue per pagare la tarsu e il modulo di pagamento obbligatorio anticipato della tarsu previa negazione della residenza. Nessuna seria politica di integrazione, solo soprusi.
Oggi i consiglieri si lamentano che gli stranieri orinano in piazza, ma non dicono niente che i bagni pubblici sono abbandonati da decenni. Ci si lamenta che gli stranieri rubano, ma si dimentica che il comune non ha nessun controllo del teritorio, anzi gli unici a fare sempre la cessione di fabbricato alla polizia sono solo gli stranieri, gli italiani ignorano totalmente il documento. Sulla differenziata si punta il dito sugli stranieri ma si dimentica in che condizione viene lasciata l’area mercatale dagli operatori del settore: una discarica.
Quindi oggi il termine extracomunitario è usato nel linguaggio comune come dispreggiativo e non come era inizialmente un termine burocratico per definire cittadini provenienti da paesi politicamente diversi. Alcune curiosità. Definiremmo mai extracomunitario Diego A. Maradona, el pibe de oro? Oppure il premio nobel Nelson Mandela? o Michael Jackson?, o Kaka’? Eppure tutte queste personalità per entrare in un paese Shengen hanno bisogno di chiedere un visto esattamente come un’Ucraino. Perchè la discrimimazione?
Per concludere sarebbe opportuno che i nostri consiglieri studiassero un poco di più la materia immigrazione, per evitare di chiedere l’espulsione di quelle persone che stazionano in piazza Garibaldi: la maggior parte di loro sono Rumeni e Bulgari, quindi comunitari. Non possono essere espulsi.
Mimmo Russo