San Giuseppe Vesuviano - Con la delibera di giunta comunale 146 del 27/05/2009 l’amministrazione ha dato incarico all’avvocato Mario Papa “…di proporre ogni necessaria iniziativa giudiziaria a tutela dell’immagine e della dignità di questo Ente in relazione alle vicende di cui in premessa”. Cosa era successo di tanto grave il 26 e il 27 maggio 2009? Il commissariato di San Giuseppe Vesuviano, diretto dal vice questore Iodice, aveva portato a termine una brillante operazione contro i clan locali, arrestando molte persone e nella conferenza stampa trasmessa anche dal Tg3 Campania aveva ipotizzato sviluppi verso un presunto coinvolgimento di esponenti politici per voto di scambio con gli arrestati. Tutti i giornali nazionali e locali avevano riportato la notizia evidenziando il connubio fra clan e politica. Apriti cielo!

Gli amministratori, sindaco in testa, sentendosi diffamati e calunniati, molti di loro erano già amministratori nella passata gestione Ambrosio, hanno convocato una giunta d’urgenza che il 27 maggio 2009 alle ore 17 assistiti dal segretario generale Vuosi, con il parere favorevole del ragioniere capo Ferraro e del responsabile ufficio legale Renzulli hanno deliberato di dare 2mila euro ad un legale prelevandoli dal capitolo 1058. E dato che trattavasi di una pratica importante si scelse di chiamare un’avvocato di grido con lo studio a via dei Mille, 13 Napoli.

Non è la prima volta che l’amministrazione Ambrosio usa il diritto come una clava pagando avvocati per tutelarsi da giornalisti che fanno il proprio lavoro, nel 2005 con la delibera di G.C. n.259 furono dati €1500 ad un’avvocato, Francesco Picca, “…per segnalare alle autorità competenti eventuali violazioni della normativa in materia editoriale…”  da riscontrare, a detta di questi amministratori che capiscono tutto, anche di editoria, nel periodico Unapagina. Solo nel 2007 il capitolo 1058 è costato alle casse comunali €197 mila, un’enormità.

E’ vero che chi si sente diffamato, in uno Stato di diritto, deve adire alle vie legali e gli amministratori pubblici non sono da meno agli altri cittadini, ma in una realtà come San Giuseppe Vesuviano un’amministratore dovrebbe sentirsi diffamato per ben altro: se lascia i 340 bambini del plesso Casilli con le porte che aprono al contrario, diffamato se lascia i bambini del plesso Capoluogo senza la scala di sicurezza, diffamato se lascia i bambini dei Luonghi in un’ambiente malsano e degradato, disonorato nella dignità di uomo di fronte allo scempio ambientale dei rifiuti incendiati per strada.

Sarebbe il caso che la comunità sangiuseppese desse incarico ad un legale, possibilmente autoctono, per tutelare la propria immagine e dignità da tali amministratori pronti a spendere il denaro pubblico in mille rivoli e incapaci di risolvere i problemi strutturali di questa malamministrata cittadina.

                                                                                     Mimmo Russo