Dopo un atroce campagna elettorale sviata ad hoc sui “papi”, sulle Noemi (e il pesce Franceschini ha abboccato) per far dimenticare per esempio il tragico fallimento delle cartolarizzazioni da 1,7 miliardi di euro del Tremonti passato in finanziaria, i 5 miliardi di Alitalia, Malpensa gettati al vento, il miliardo di penale all’Impregilo dell’amico Lunardi per il ponte sullo stretto, le penali per Rete 4 pagate da noi contribuenti.
Oplá ecco la fiducia sulle intecettazioni ed il popolo distratto (volutamente?) applaude … e non si sono mai svegliati dall’oppiaceo oblio in cui sono caduti, ma di che cosa ha ancora bisogno il cittadino italiano per capire in che baratro sta affondando?
Le intercettazioni costano troppo? Non è vero: la spesa denunciata dal Governo per giustificare il disegno di legge che riduce le intercettazioni, circa 300 milioni, è una piccolissima parte del bilancio della giustizia che è pari a 7 miliardi di euro. Le intercettazioni hanno fatto scoprire un sacco di reati economici e fatto recuperare un sacco di soldi; succede così che quasi sempre le intercettazioni “si pagano da sole”.
In realtà le intercettazioni sono disposte in una ridottissima percentuale dei processi penali (a Torino 300 processi su 200 mila); quindi sono pochissime. Quando qualche politico racconta che vi è un numero troppo elevato di cittadini intercettati, in realtà sta dicendo che vi è un numero troppo elevato di politici e amici dei politici e amici degli amici che sono intercettati. E, certo, dal suo punto di vista, questa cosa è abbastanza grave: perché gli affari dei politici e degli amici dei politici e degli amici degli amici in genere sono un po’ sporchi.
E se tutto ciò non bastasse a convincerci della bontà della truffa in atto e continuassimo a fare i “distratti”, sentite questa. Un pedofilo potrà addirittura “vendere” un bambino e non si potrà fare nulla per salvarlo, anche avendo quasi in mano le prove della sua colpevolezza. Tutto questo grazie alla nuova legge sulle intercettazioni.