San Giuseppe Vesuviano - Continuerà a colpi di carta bollata la guerra dei manifesti tra l’amministrazione comunale e i partiti della minoranza? Sembrerebbe proprio di si. Nessuno si sarebbe mai aspettato, però, che ad avere il dente più avvelenato potessero essere proprio i partiti che alle scorse elezioni si “buttarono” tra le braccia dell’attuale sindaco, nel calderone delle famose dodici liste.
Il parito dei liberali italiani è stato il primo a dissociarsi da “quell’ignobile manifesto”, come lo hanno etichettato i rappresentanti di Alleanza nazionale. Spiega Mata, responsabile cittadino del Pli, cioè colui che a San Giuseppe Vesuviano è responsabile del simbolo, “quello dell’amministrazione comunale è un atteggiamento alquanto singolare -dice - perchè ne personalmente ne altri, che comunque non avrebbero avuto titoli per farlo, hanno mai autorizzato l’utilizzo del nostro simbolo a firma del manifesto che l’amministrazione comunale, in modo assai colorato, ha fatto in risposta alla presa di posizione di A.n.”
“Non vediamo cosa c’entriamo noi con tutte queste beghe - rincara la dose Mata - la nostra esperienza con questa maggioranza si è conclusa nel giugno scorso, con la fine delle elezioni. Noi siamo estranei a certi linguaggi anche perchè i manifesti chiamano in causa l’operato della maggioranza e noi in questo consiglio comunale non abbiamo rappresentanti”.
A prendere posizioni, però, oltre al Pli sarebbero stati anche i responsabili di altri partiti: Lista Mimose, Giovani per Tonino, Lista Casilli e Partito Democratico. Ma tutto questo fermento sarebbe dettato dalla notizia diffusasi in paese di una querela da parte di Alleanza nazionale a tutti i partiti che ”hanno firmato” il manifesto dell’amministrazione comunale?
Nello De Lorenzo, ex assessore di An, dice, “è inammissibile che a nostre precise domande di chiarimenti sui tantissimi mali che soffocano San Giuseppe Vesuviano, cioè cose serie, che chiamano in causa l’operato dell’amministrazione Ambrosio, questi risponda non direttamente ma con uno scritto diffamatorio e per di più firmato da partiti meteore delle ultime consultazioni elettorali”.
“I nostri legali - aggiunge De Lorenzo - stanno per passare alle vie legali, in sede civile e penale, perchè non è affatto ammissibile che si possa impunemente usare un linguaggio intimidatorio e inaccettabile. Tutto mentre il nostro paese muore per l’indifferenza di amministratori che usano il loro tempo a scarabbocchiare i muri del paese”.