Capaci/Isola delle Femminine (Pa) - Il 23 maggio si è tenuto il motoraduno della legalità a Capaci. Oltre 1500 le moto che hanno partecipato alla manifestazione provenienti da tutta Italia. Il motoraduno è stato anticipato dal tour della Legalità, durante il quale 6 moto della Motoexplora (operatore specializzato nel turismo in moto) hanno percorso in sei giorni tutta la Sicilia.
Sabato 23 maggio il tour è arrivato a Capaci e precisamente sulla spiaggia di Isola delle Femmine, dove su un terreno confiscato alla mafia, è stato posto il palco sul quale si sono alternati semplici imprenditori che hanno parlato di come sono usciti dall’oppressione del pizzo e personalità come don Luigi Ciotti il noto sacerdote antimafia che ha benedetto le moto intervenute. Molti i gruppi che si sono alternati con musiche tradizionali e rap, tra gli altri Gaetano Currieri che ha cantato la Bandiera scritta proprio in onore delle vittime della strage di Capaci.
Tutta la manifestazione è stata incentrata sulla partecipazione dei componenti della QS15, nome in codice della scorta del giudice Falcone, composta da 19 persone di cui tre morti nella strage. Questa è stata la prima volta in assoluto che i sopravvissuti all’attentato si sono riuniti nello stesso luogo, grazie principalmente all’intervento della signora Tina Montinaro (campana di nascita e siciliana di adozione) vedova del caposcorta Antonio Montinaro.
Il programma prevedeva che alle 17,58, ora dell’attentato, tutti i motociclisti avrebbero dovuto recati sull’autostrada per onorare le vittime della strage, all’ultimo minuto le autorità hanno negato il permesso e gli organizzatori hanno riunito tutte le moto sotto il palco chiedendo ai driver di dare tutto il gas per cinque minuti fino alle 17,58 quando tutto si è fermato per un minuto. Sabato 23 maggio 2009 dal tetto della stessa casa, dalla quale Brusca premette il telecomando della bomba, immobile divenuto bene sequestrato alla mafia, mille palloncini bianchi sono volati in cielo in ricordo di tutte le vittime di mafia.
Più i giri dei motori salivano e più i volti delle persone trasudavano rabbia e disperazione, motociclisti di tutta Italia si sono abbracciati e hanno pianto in onore di quei ragazzi che hanno dato la vita per difendere il loro giudice, ma forse lo hanno fatto solo perchè era il loro dovere, e forse come dice Currieri:… solo per la bandiera … E’ stato un momento molto forte e bello. Tutti si sono lasciati con il tacito impegno di ritrovarsi fra un anno, insiemi a quei ragazzi dai capelli grigi ancora pronti a difendere lo Stato, ma forse solo a fare il proprio dovere. Per chi vuole saperne di più:www.moto=libertà=legalità.it
Mimmo Russo