San Giuseppe Vesuviano - La parola di questo mese si chiama degrado. Ovunque vi giriate ne troverete per tutti i gusti. Il biglietto da visita di una cittadina dovrebbe essere il centro, eppure a San Giuseppe Vesuviano la piazza Garibaldi somiglia sempre più ad un sobborgo di Johannesburg. Dove ognuno indisturbato fa quello che gli pare. Occupa marciapiedi, copre lapidi, sporca e non paga, abbandona marmitte di veicoli, sottrae le grate dei tombini. Insomma l’area davanti ad uno dei pochi Santuari in Italia dedicati a S.Giuseppe è diventato un orinatoio. Anche perché i gabinetti pubblici, davanti alla casa comunale, chiusi da anni, sono il monumento all’incuria ed al pericolo in cui versano le strade, i marciapiedi e gli edifici pubblici a San Giuseppe Vesuviano.
Aule scolastiche infilate in vetusti edifici, con abitabilità pari allo zero, cioè strutture pienamente illegali. Dove i nostri figli partecipano alle lezioni di musica stando seduti sul pavimento, semplicemente ascoltando canzoni da un lettore cd. Chi renderà mai ai giovani tutti questi anni vissuti nel degrado e le occasioni perse e lo svantaggio accumulato rispetto ai loro coetanei di altre cittadine?
Per combattere il degrado strutturale e culturale una amministrazione dovrebbe investire una sufficiente quota delle proprie risorse in progetti di ammodernamento e di sponsorizzazione dell’innovazione. Soldi per tutto ciò qui non ce ne saranno mai. Non è nei programmi di questi amministratori. Però costoro indisturbati veleggiano col vento in poppa dei consensi. E abbiamo la triste sensazione che continueranno a farlo per molti lustri ancora. Questa è la democrazia.
La parola di questo mese si chiama degrado e non peserà mai come un macigno sul nostro modo di fare finché non ne conosceremo veramente il significato. E fino ad oggi abbiamo dimostrato proprio questo: vivere nel degrado e non sapere di esserlo. E in questa situazione stiamo allevando i nostri figli, ai quali dovremmo spiegare e in fretta anche il giusto senso della parola “vivibilità”. Prima che sia troppo tardi e vadano a votare per i figli di questi amministratori padri del degrado.