San Giuseppe Vesuviano -La giunta comunale ha approvato il bilancio di previsione del 2009 e il bilancio pluriennale 2009/2011. La giunta Ambrosio chiederà ai cittadini ben 2 milioni di euro in più per ripianare la voragine provocata dalla gestione dei rifiuti. I Comuni che applicano ancora la Tarsu devono essere autosufficienti, niente più storni dal governo centrale.
Ma vediamo a Sangiuseppe Vesuviano come sono spesi gli introiti della Tarsu: 2.964.000 è il canone per l’appalto dato alla ditta che gestisce il servizio, 1.100.000 per la gestione dello smaltimento rifiuti, 200.000 per aver pulito la SS268, 10.000 varie e softwear, 13.000 quota per il Cosmarina, 800.000 per il commissariato emergenza rifiuti. In queste somme non sono inclusi gli stipendi dei funzionari dell’U.T. che sono attivi solo sul fronte rifiuti e nemmeno quelli dei VV.UU che dovrebbero formare le varie task-force messe in campo dall’amministrazione di tanto in tanto sull’onda emotiva mediatica di qualche incendio di rifiuti.
Il risultato di questa montagna di soldi è una raccolta differenziata “elastica”, nel 2008 si è attestata al 42,39%, a gennaio 2009 al 36,71% e a febbraio 2009 al 37,9% (fonte SIR ) ha prodotto quasi 20 posti di lavoro in più dal 2006 ad oggi (da quanto sono scomparsi i cassonetti ndr) rispetto a Comuni simili al nostro con una R.D. molto più seria, tipo Mercato San Severino, inoltre proprio mentre facciamo tanta differenziata l’amministrazione prevede una perdita di euro 250.000 rispetto al 2008, degli utili sulla vendita delle materie prime (plastica ,vetro, metalli, etc).
Qui si aumenta la Tarsu del 50/60%, mentre altri sindaci campani in una riunione dell’ANCI a Napoli hanno quasi aggredito l’assessore Ganapini per essere rimasto immobile difronte al diktat berlusconiano, perchè è inamissibile che dopo aver spinto tanto sulla R.D. i cittadini debbano pagare per colpe non loro, che gli aumenti, se ci devono essere, siano almeno diluiti nel tempo e i Comuni virtuosi premiati. Il risultato è stato lo slittamento del bilancio al 30 maggio 2009.
Fra i Comuni maggiormente impegnati ad opporsi a questa regola assurda c’è Ottaviano che ha scelto di aspettare l’ultimo giorno utile per approvare il bilancio, nella speranza che il governo faccia marcia indietro.
Mimmo Russo