Ottaviano – Tutto pronto per la nona edizione del Presepe Vivente. Quaranta postazioni, nell’antichissimo borgo che da San Giovanni sale su per le stradine di antico ciottolato di basalto fino alla zona del Carmine. Il sei gennaio dalle ore 18 alle 22 i vecchi portali e antichi cortili saranno aperti ai visitatori. Circa duecento fedeli si “spoglieranno” dei loro abiti usuali, e per qualche ora dimenticheranno di essere studenti, operai, impiegati e professionisti, si trasformeranno in figuranti, per dare vita alle suggestive scene del settecentesco presepe napoletano. Un tuffo nel passato, dove leggenda e fede s’intrecciano egregiamente e creano un luogo di fascino e amore.
“Il presepe – spiega il sacerdote Antonio Fasulo, della chiesa di San Giovanni Battista – vuole manifestare oltre alla tipica tradizione napoletana, anche lo spirito dell’unione della comunità non solo parrocchiale ma della famiglia, in pratica è una testimonianza di fede”.
I fedeli, vestendosi da pastori vogliono testimoniare un cammino di fede per suggellare il credo nel Verbo incarnato. Non a caso dunque, il percorso è tutto in salita dove dopo la magia dei luoghi e la bellezza, in un lento cammino, si arriva alla grotta. Alla capanna della natività. Ma non è tutto nello spettacolo commovente che i fedeli vogliono offrire, sotto la direzione di don Antonio Fasulo, del presidente del comitato feste della parrocchia di San Giovanni, Enzo Caldarelli, non vuole limitarsi al messaggio spirituale, il presepe che sarà rappresentato tra due giorni vuole essere anche un messaggio storico - culturale, i figuranti a gruppi di tre, quattro persone in ogni singola postazione ripropongono nei minimi particolari, allestendo vere e proprie scene con antichi attrezzi e banchi, e con abiti cuciti dalle loro stesse mani, fanno rivivere come per magia nell’antico borgo, anche i vecchi mestieri che oggi non si esistono più. Dalle ricamatrici alle contadine, dai bottai agli scalpellini, venditrici d’acqua fino ai pescivendoli, venditori di castagne pastori e zampognari.
”Le pecore e le caprette – spiega il presidente Enzo Caldarelli - provengono dagli allevatori di Avellino”. All’apertura della manifestazione è prevista la presenza di politici locali e la presenza di Sua Eminenza Beniamino Depalma, vescovo di Nola.