palritratto1.jpgGiovanni Palatucci nasce a Montella (Av) il 31 maggio del 1909. Studia per avvocato e subito dopo la laurea in giurisprudenza vince il concorso in Polizia come vice Commissario. Prende servizio a Genova nel 1936 e subito si distingue per la sua intelligenza e per la sua umanita’. Scrive un’articolo sul Corriere Mercantile di Genova sul tema “Occorre un rapporto diverso fra Polizia e Cittadino, occorre che i funzionari di Polizia superino una sorta di burocratismo”.Il fascismo non gradisce e regala al brillante vice commissario un biglietto di sola andata per la questura di Fiume. Lì i superiori tollerano questo giovane funzionario e gli affidano l’ufficio stranieri.

Nel 1938 lo Stato Italiano adotta le “Leggi Razziali”, Giovanni capisce che il suo dovere di uomo e di funzionario dello Stato va ben oltre il rispetto di leggi assurde e discriminanti. Organizza, grazie anche ad alcuni fidati collaboratori, una rete clandestina per fornire documenti falsi a cittadini italiani e iugoslavi di religione ebraica. Riesce a salvare così oltre 5 mila persone che avvia verso la Svizzera, la Palestina sotto mandato britannico e, addirittura in un campo profughi di Campagna in provincia di Salerno, gestito dallo zio vescovo Giuseppe Palatucci.

Il 13 settembre 1944 viene arrestato dal colonnello Kappler delle SS e accusato di cospirazione con il nemico, è spedito in Germania a Dachau dove morirà fucilato il 10 febbraio del 1945. Dagli anni ‘50 la sua memoria ha ricevuto molte onorificenze in Israele, dove vi sono lapidi, strade e piazze intestate a lui. In Italia, il nostro Shindler è quasi uno sconosciuto.

Eppure le cose che ha combattuto sono tutt’ora attuali. Continuamente i media ci sottopongono l’immagine di funzionari dello Stato che pur di fare carriera o per semplice ottusa ignomia, applicano leggi assurde che schiacciano i diritti civili delle persone.

Ciò accade sia nei Paesi totalitari che in quelli cosiddetti democratici. Uno degli esempi più eclatanti lo abbiamo assistito a Genova durante il G8 del 2001. Tutt’ora la magistratura indaga, ma dalle indiscrezioni è chiaro ciò che è accaduto: funzionari di alto livello si sono messi al servizio della politica e tanti altri hanno fatto finta di guardare da un’altra parte.

Gli insegnamenti ed i principi che ci ha lasciato Giovanni Palatucci purtroppo sono ancora disattesi, sburocratizzare la Polizia è ancora una conquista di la da venire, nonostante le varie riforme che si sono succedute. Solo quando gli uffici dello Stato saranno trasparenti avremo una vera democrazia. Sarebbe bello se a San Giuseppe Vesuviano una strada fosse intestata a Giovanni Palatucci vice Commissario morto mentre violava le leggi del suo Paese per salvare delle vite umane.