San Giuseppe Vesuviano - L’Amministrazione comunale sta preparando l’ennesimo salasso dei contribuenti sangiuseppesi: la TARSU (Tassa Rifiuti Solidi Urbani), appena sarà varato il bilancio di previsione per il 2009, subirà un’aumento pari al 50% dell’attuale importo.

Per capire cosa è la TARSU bisogna fare un passo indietro al 1931, quando con un Regio Decreto venne introdotto questo tributo che consisteva nel pagamento di un tot per metro quadrato dei locali abitati, indipendentemente dalle attività svolte o dalle persone residenti. Solo nel 1997, con il varo del Decreto Ronchi, lo stato corregge il tiro e cerca di mettere ordine nel caos normativo dando seguito a tre direttive della CEE: la 91/56, la 91/689 e la 94/62. Queste norme non solo ordinano il settore rifiuti, ma inseriscono criteri nuovi come :”chi sporca pulisce” e “da oggi si pagherà a tariffa, quindi in base alla produzione di rifiuti”

Tutti bei propositi, rimasti lettera morta. Secondo il D.Ronchi all’art.24 si stabilisce che i Comuni a partire dal 2003 avrebbero dovuto superare il 35% di differenziata. Noi eravamo in piena emergenza sanitaria. All’art.49 si istituisce la tariffa che deve coprire integralmente il costo del servizio, si presume che cittadini, imprese e Comuni siano più coinvolti nella gestione del servizio. Previsione rivelatasi errata.

Oggi abbiamo un deficit di bilancio alla voce rifiuti pari a circa 1,5 milioni di euro. Secondo il dott. Ferraro capo dell’ufficio ragioneria del Comune di San Giuseppe Vesuviano:”Negli anni scorsi lo Stato è intervenuto coprendo circa il 40% del costo del servizio rifiuti, oggi siamo costretti ad essere autosufficienti, quindi i contribuenti dovranno ripianare la differenza”.

Certo che è dura dover noi ripianare un disastro economico prodotto dalla cattiva gestione di chi ha amministrato negli ultimi 12 anni. Il D.Ronchi parlava chiaro, bisognava iniziare nel 1997 a fare una seria politica per i rifiuti per essere in linea con la legge. Invece si è passato di proroga in proroga, addossando la propria responsabilità a questo o a quell’ente superiore, fino alla tremenda crisi del 2007 che ha ingoiato più soldi del terremoto.

Oggi ci troviamo costretti a pagare per un servizio inefficiente, molto del materiale differenziato dai cittadini finisce, invece, in discarica a causa degli scarsi mezzi della ditta appaltatrice o dalla gestione inefficiente. Plateale è il caso della raccolta farmaci scaduti, i cui cestini fanno bella mostra davanti alle farmacie sigillati. Per non parlare delle buste per la differenziata con i famosi bollini: consegnati 5/6000 kit e poi tutto è finito nel dimenticatoio. La gente si scoccia di fare la fila in piazza D’Aosta, il Comune viene multato quando scarica l’umido nel polietilene e il personale addetto alla distribuzione viene pagato per niente.

Così dopo il “prelievo” di un milione di euro (per difetto) dell’addizionale IRPEF, l’amministrazione Ambrosio rilancia con il salasso della TARSU rivelandosi sempre di più campione dell’inefficienza e leader della politica dell’apparire.

                                                                        Mimmo Russo