San Giuseppe Vesuviano - “Il risultato elettorale, qualunque sia, deve essere accettato senza recriminare e senza utilizzare le informazioni su eventuali brogli elettorali o relativi alle modalità di sottoscrizioni e di presentazioni delle liste …”. A cosa, a quali fatti e avvenimenti, o tornate elettorali si riferisce il duo Ferraro-Venturini? Riaccendono forse i riflettori sulle modalità di allestimento delle elezioni comunali del maggio 2007, quando tra i candidati a sindaco c’era anche Michele Ferraro?

Meno misteriosa, invece, appare la dichiarazione: “… siamo sempre stati sorretti dall’appoggio dei cittadini e della maggioranza dei consiglieri comunali e che abbiamo lasciato la carica di sindaco (Ferraro lo è stato per oltre un ventennio, ndr) non per il venir meno del consenso degli elettori ne per sfiducia del Consiglio comunale e neanche per l’intervento straordinario del Governo o per condanna penale …”. Allora sulla faccenda indagò la Magistratura alla ricerca di presunte “minacce” fatte a consiglieri comunali dell’epoca. Si ricorderà che allora il primo cittadino era eletto dal consiglio comunale. Evidentemente quel “repentino” e non volontario cambio di poltrona è rimasto per Ferraro una ferita ancora aperta.

Le due dichiarazioni fanno parte di un carteggio (ref. 007565 del 02/12/08) divenuto una sorta di braccio di ferro continuo tra Udeur e amministrazione comunale, sui debiti fuori bilancio riconosciuti dal Consiglio comunale nella seduta del 8 ottobre 2008. Alla richiesta di chiarimento di Michele Ferraro (ex sindaco di San Giuseppe Vesuviano ed ex funzionario provinciale) e di Giovanni Venturini (responsabile Udeur) aveva risposto Alberto Randaccio (presidente del consiglio comunale).

“… nelle fattispecie che ci riguardano è fuori ombra di dubbio che tutte … le condizioni siano state analiticamente rispettate …”. Ed inoltre, “… mi sia consentito esprimere qualche dubbio circa l’effettiva conoscenza, da parte dell’on Mastella … dell’utilizzo che questi signori fanno del simbolo del partito …”. Poi, “… si ritiene che l’esposto … sia del tutto privo di fondamento ed abbia soltanto carattere strumentale ed ostruzionistico…”. (Randaccio, 19/11/08).

La risposta del presidente del Consiglio comunale, non è affatto piaciuta agli esponenti dell’Udeur sangiuseppese, che oltre a rafforzare le loro perplessità sui metodi utilizzati per i debiti fuori bilancio, rivangano fatti del passato sui quali bisognarebbe quanto meno fare chiarezza. E aggiungono, “… ci ha colpito sul piano personale l’ingiustificato utilizzo di fatti ed espressioni che più che offendere … servono a meglio qualificare il mittente (Randaccio, ndr) … mostrando i limiti della sua personalità”. “… possiamo affermare che per ignoranza non è stato compreso quanto da noi sostenuto…”. “… mancando anche i motivi della sua ‘reazione’ al nostro esposto, siamo portati a concludere che il presidente del Consiglio è stato indotto a sottoscrivere suo malgrado quanto predisposto da altri mortificando la sua dignità …”.

Insomma la polemica non sembra destinata ad avere strascichi non solo politici.