San Giuseppe Vesuviano - Si è parlato di legalità nel corso del convegno tenutosi sabato 13 dicembre al Teatro Italia, organizzato nell’ambito della II Edizione Festival del libro e della scrittura. A moderare gli ospiti Giuseppe Grimaldi (il Mattino), sono intervenuti: Bruno Tinti (magistrato) Mario Papa (avvocato) don Luigi Merola (prete anticamorra) Ambrosio (sindaco di San Giuseppe).

Ha aperto i lavori il dott.Tinti parlando della forza del diritto e del diritto della forza, spiegando che alla fine l’umanità si è dovuta dare delle regole certe perchè la “legge del taglione” aveva dei limiti che con i tempi erano divenuti insormontabili. L’avv. Papa ha invece aperto chiarendo che nonostante tutto vi sono ancora delle discriminazioni sociali molto forti e solo rispettando le regole e con il diritto si può sperare ad un domani migliore.

I ragazzi delle medie e delle superiori hanno sottoposto i relatori ad un fuoco di fila di domande:sulla discriminazione femminile, come si coniugano responsabilità e giustizia, sulla riforma della giustizia, sui messaggi diseducativi della televisione. Le risposte del Dott.Tinti sono state quasi tutte fotocopie, finivano comunque sul fatto che qualsiasi iniziativa prendesse il singolo magistrato o la singola Procura cozzavano sempre con una volontà politica contraria al funzionamento della macchina giudiziaria. Dice Tinti:“nel momento in cui un’individuo o un gruppo di persone propongono Leggi Ad Personam che li rendono al di sopra della Legge stessa, ad usufruirne non sono solo loro ma tutta la collettività. Ciò provoca che quasi il 90% dei processi o finisce in prescrizione o non si riesce ad arrivare al colpevole.

Bella la domanda fatta da un ragazzino delle medie: “cosa fà l’amministrazione di San Giuseppe Vesuviano per la legalità?. Risponde il sindaco Ambrosio:“Noi siamo un Comune che si costituisce parte civile nei processi, da noi la piovra non verrà mai, siamo pronti a tagliare tutti i tentacoli, io non mi giro dall’altra parte, sono contro ad ogni forma di omertà. E’ vero un’anno fa il nostro Comune ha corso qualche pericolo ma oggi noi siamo vaccinati. E il nostro vaccino è la trasparenza”.

Con molto ritardo è arrivato Don Luigi Merola e una manifestazione monotona che aveva un pubblico di ragazzi in gran parte precettati dagli insergnanti, è stata travolta da un ciclone in jeans e maglietta nera che in uno slang Italo/Napoletano ha arringato (e svegliato ) i ragazzi rendendoli pertecipi di un problema, la legalità, che era stato trattato fino ad allora come come una lezione scolastica. Il primo richiamo è stato:“belli oggi è un giorno di scuola, vediamo di stare attenti, non siete venuti al cinema”. Ha continuato tuonando contro la camorra che toglie il lavoro, che è responsabile della perdita di 100 mila posti di lavoro, contro la Tv spazzatura, contro la droga che uccide le persone e principalmente contro i falsi messaggi della nostra società opulenta.

Sembrava una rockstar ed invece stava solo facendo la predica prendendo a prestito testi di canzone e il linguaggio dei telefonini. Ha colto l’occasione per invitare tutti i presenti (invito che facciamo anche noi di Unapagina) di partecipare ad una tombolata il 19 dicembre al tatro San Ferdinando a piazza De Filippo, il cui ricavato sarà utilizzato per acquistare dei giochi gonfiabili che tutti i fini settimane saranno montati dai volontari della sua associazione “A voce d’è creature”, nelle piazze di Napoli e provincia per far giocare i bambini. Alla fine solo il suo intervento è stato salutato con un’ovazione.