San Giuseppe Vesuviano - Una settimana di pioggia e il malconcio sistema viario è franato. Prima via Mattiuli ha ingoiato due grossi camion, compreso quello dei Vigili del fuoco. Poi il colpo di grazia! Hanno ceduto per circa cento metri di via Scopari, e altrettante voragini si sono aperte in via Aielli e via Pianillo. Guarda caso il terremoto è avvenuto lungo le tracce della linea fognaria, lavori eseguiti dall’Alto Commissariato per la bonifica del Sarno. Ma anche un incalcolabile numero di buche sono spuntate nella quasi totalità delle strade.
Lo spettacolo è deprimente, una volante della Polizia di Stato ha sorvegliato dalla notte precedente i cedimenti la voragine in via Aielli in attesa che qualcuno si decidesse a fare qualcosa. Solo in tarda mattinata la ditta responsabile dei lavori è intervenuta mettendo in sicurezza le buche con del terriccio. Terra che alle prossime piogge sarà spazzata via e saremo punto e a capo.
Il capo dell’ufficio tecnico del Comune di San Giuseppe Vesuviano, architetto De Angelis spiega:” I lavori fognari sono stati progettati ed appaltati dall’Alto Commissario per la bonifica del Sarno, generale Jucci, noi del Comune non abbiamo alcuna responsabilità operativa sui lavori. Possiamo solo presidiare le buche e comunicare alla ditta appaltatrice lo stato dei luoghi. I provvedimenti non sono di nostra competenza”.
Eppure sembra ieri quando nell’estate del 2007 il generale Jucci con il ministro dell’ambiente dell’epoca, Pecoraro Scanio, scortati da decine di auto blu, tennero la conferenza stampa di presentazione di questi lavori che ci avrebbero affrancati per sempre dallo scempio di Vasca al Pianillo. Il generale, il ministro e il sindaco, le autorità presenti, si scambiarono sorrisi e considerazioni, parlarono di sinergie e controlli affinchè i lavori fossero fatti a regola d’arte e nel rispetto della legalità.
Risultato: dopo diciotto mesi, un paese sventrato nelle sue arterie principali, ridotto come un campo di battaglia senza che nessuno sia responsabile di niente. Se finiamo in una buca non sappiamo nemmeno a quale ente chiedere il risarcimento. Speriamo che in qualche Paese straniero un capo di governo di buona volontà ci adotti e ricostruisca le nostre strade in nome della solidarietà. Noi in cambio potremmo chiedere alle nostre nonne di fare dei centrini ricamati da vendere nei mercatini rionali dei nostri benefattori.
Mimmo Russo