San Giuseppe Vesuviano - Una volta era il vanto delle fiere domenicali, punto di riferimento per le famiglie, area di smercio tra le più importanti della Campania. Unico nel suo genere in Italia. Oggi è degrado continuo. Abbandonato a se stesso. E’ anarchia. Che pena! Eppure il mercato domenicale di San Giuseppe Vesuviano si trova in un paese che nonostante la crisi mondiale riesce ancora a dare dei punti ai grandi centri commerciali, nati come funghi anche dalle nostre parti. Chissà quanti altri amministratori con la “A” maiuscola, di altre cittadine lo vorrebbero avere per tenerlo come un gioiettlino. No, invece, lo spettacolo che si presenta alla nostra vista è quello di un Suq arabo: baracche e camion parcheggiati alla bella e meglio, senza tenere in nessun conto una seppur minima regola di convivenza fra venditori e compratori.

Il degrado che vogliamo denunciare di più è quello che si vede quando l’ultimo dei venditori abbandona il piazzale dove si è svolta la fiera: un’unico strato di spazzatura alto dieci centimetri ricopre tutta l’area. Spazzatura formata principalmente da carta e plastica, poi enormi cumuli di avanzi di frutta e verdura, infine la cosa più mortificante, sacchetti di plastica sigillati contenenti escrementi umani!

Unapagina ha più volte denunciato il degrado dell’area mercatale e la chiusura dei bagni, sembra che l’ex comandante dei Vigili urbani, Coppola, in un sussulto di orgoglio, avrebbe scritto una interessante relazione a sindaco e Asl. Comunque vada, la situazione è peggiorata.

Nel piazzale in mezzo a rifiuti ed escrementi vivono anche due famiglie di nomadi con residenza a San Giuseppe Vesuviano, tanto è vero che si vantano di aver votato per questa amministrazione. Uno di loro, giovane sui trent’anni dice, “Vivere qui è uno schifo, io cerco di tenere pulito intorno al mio camper perchè ho i bambini, ma la mattina sopra a questa monnezza poggiano le cassette della frutta. Mi hanno detto che io non posso stare qui,  ma avete visto cosa c’è dietro ai bagni pubblici?” . E indica una montagna di rifiuti “stagionati”. Pensate il nomade, o’ zengariello è un fiume in piena di risentimento per il suo paese:“e poi io non posso scaricare il mio wc chimico? Ma lo sapete cosa succede qui di notte? Adesso vado dal sindaco, perchè l’ho votato e poi ho tre bambini piccoli e deve dare una sistemazione anche a me”.

E’ di lunedì mattina, siamo tornati al mercato per assistere alle operazioni di ritiro dei rifiuti e stranamente rispetto a domenica pomeriggio i cumuli sono aumentati. Gli operatori ecologici si sono lamentati: del superlavoro a cui sono sottoposti il giorno dopo la fiera ed anche del fatto che per terra si trova di tutto, plastica, cartoni, vetro, scarti tessili, avanzi alimentari, siringhe e anche l’ultimo ritrovato dei consumatori di droghe varie, “le bottiglie svamp” (sono delle bottiglie dove si pone della droga dentro e si tappa ermeticamente e poi tramite un forellino si fuma come una pipa).

Certo gli operatori del mercato non sono immuni da colpe, ma il problema, forse, è più profondo. Questa gente paga l’occupazione del suolo pubblico e non riceve nemmeno una busta per l’indifferenziato, i bagni sono rotti da anni. Non si effettua alcun controllo sugli operatori, nessuno detta le regole di convivenza civile. Gli stessi personaggi che sono latitanti per i problemi del mercato, poi, attaccano sui muri manifesti “terroristici” che impongono sanzioni a chi non fa la differenziata. Anche gli zingari hanno vergogna a vivere qui!

                                                                            Mimmo Russo