Roma - Linea dura della Cassazione contro i dipendenti che si fanno timbrare il cartellino dai colleghi. Per i giudici del Palazzaccio, infatti, in casi del genere si perde il posto di lavoro. La Corte (sezione lavoro sentenza 26239/2009) sottolinea che il licenziamento, risulta equo anche se all’azienda non deriva “un danno economico” giacchè è sufficiente il fatto che si sia realizzata una “lesione dei doveri di lealta’” nei confronti dell’azienda. E’ stato così confermato il licenziamento di una dipendente che lavorava presso una clinica di Torino che aveva fatto timbrare il cartellino prima di essere entrata a lavoro avvalendosi della collaborazione di una collega. Ne era seguito l’immediato licenziamento disciplinare che veniva convalidato dal Tribunale di Torino e dalla Corte d’Appello. La donna si era rivolta alla Cassazione per chiedere l’applicazione di una sanzione piu’ lieve considerato che la timbratura del cartellino fatta da un’altra collega non aveva comportato un danno economico all’azienda. La Corte ha respinto il ricorso sottolineando che “la ricostruzione dei fatti operata dal giudice di merito appare logica e coerente” giacchè, i giudici di merito hanno motivato facendo rifrimento alla “lesione del vincolo fiduciario a prescindere dal danno patrimoniale subito dalla societa’”. Risulta dunque “congrua la sanzione irrogata vista la gravita’ dell’addebito contestato”.

Roberto Cataldi