Napoli - Il quarto appuntamento della Stagione Sinfonica d’autunno del San Carlo, all’Auditorium della Rai, si è prodotto in musiche del primo Novecento, proponendo due splendidi lavori russi, intervallati da una composizione di uno dei maggiori autori inglesi del secolo scorso.

La serata si è aperta infatti con il Concerto n. 2 per pianoforte e orchestra di Sciostakovic, che lo dedicò al figlio Massimo, il quale lo eseguì per la prima volta al Conservatorio di Mosca. Per noi alla tastiera c’era invece il pianista Giuseppe La Licata, il cui elegante portamento, unito ad una raffinata tecnica, ha completato con grande efficacia, l’interpretazione di questo breve concerto per pianoforte. Pur non vantando una grande livello di difficoltà, e forse per questo è considerato un lavoro rivolto ai giovani, contiene però un  fluidità di idee musicali e di profondità espressive, che lo rendono gradevole secondo il normale schema classico del concerto, Allegro-Andante-Allegro.

Insolitamente per un solista, anche il secondo brano ha previsto la sua presenza per le “Diversions on a theme” per la mano sinistra e orchestra Op.21, di Britten. Una composizione che l’autore inglese compose nel 1940, per il pianista viennese Paul Wittgenstein, che durante la Prima Guerra Mondiale, aveva perso il braccio destro. Anche in questo caso la musica di Britten, il cui valore compositivo è stato sottolineato dall’ottima interpretazione di Giuseppe La Licata, è riuscita a ricreare quella geniale esperienza emotiva, che l’autore aveva intenzione di trasmettere ai fruitori della sua musica. A dirigere l’Orchestra del San Carlo, una “vecchia” conoscenza per questo Teatro, che in più di un’occasione ha lasciato il segno nelle sue precedenti direzioni orchestrali.

 Infatti il direttore israeliano George Pehlivanian, non è la prima volta che si cimenta con l’Orchestra del San Carlo, che in questa serata ha particolarmente colpito per la sua incredibile forza musicale, unita ad una precisa e intensa interpretazione, rispetto alla Sinfonia N. 5 in re minore op. 47, di Sciostakovic, che ha di fatto chiuso il programma. Non a caso, questa sinfonia, divenne subito molto popolare, forse perché il compositore la scrisse in riferimento alle numerose critiche che gli vennero mosse due anni prima per le sue tendenze pericolosamente “formalistiche”, e per questo il lavoro fu “sottotitolato” Risposta pratica di un compositore a una giusta critica. E’cosa nota ormai che ogni qualvolta si parli di Sciostakovic, si finisce quasi sempre a parlare di politica e dei suoi rapporti difficili con il regime. Questa volta però lasceremo il campo delle polemiche agli storici, per occuparci invece della sua musica, di questa bellissima Sinfonia, che a detta dell’autore ha per tema “lo sviluppo della personalità umana”.

Strutturata in quattro tempi, questo lavoro, grazie al Direttore Pehlivanian, ha raggiunto vette di altissima e nobile potenza espressiva, dove le forze in campo, dagli archi alle percussioni, dai legni agli ottoni, si sono fuse tra loro, in una eccezionale dimostrazione di grande professionalità artistica, che con un organico così grande non è affatto semplice da ottenere in modo così chiaro e preciso. Il concerto sarà replicato anche martedì 4 novembre alle ore 18.00, mentre il prossimo appuntamento con l’Orchestra del Teatro San Carlo è fissato per sabato 15 e domenica 16 novembre. Sul podio Jeffrey Tate dirigerà musiche di Mendelssohn, Berlioz, Mahler e Wagner.  

                                                                                                  Carlo Farina