Napoli - La terribile eruzione del 79 d.C. fu di devastanti proporzioni, il Vesuvio eruttò con una potenza incredibilmente grande, cogliendo di sorpresa gli abitanti delle città di Pompei, Ercolano e Stabia. Ma questa immane tragedia, ha paradossalmente conservato fino ai nostri giorni un incredibile patrimonio archeologico, a testimonianza di una civiltà florida e feconda, che ha permesso, attraverso difficili e pazienti studi di ricerca, di ricostruire la vita di tre secoli fa. Oggi questo invidiabile patrimonio, è oggetto di una grande mostra, che dal 16 ottobre, è ospitata presso il Museo Nazionale di Napoli. La Mostra denominata “Ercolano: tre secoli di scoperte” , è composta da più di 150 opere, che comprendono sculture, affreschi ed iscrizioni, di altissivo valore storico e di grande interesse archeologico.
La ragione per la quale è stata scelta proprio la città di Ercolano, risiede nel fatto che solo questa città offre una ricchezza di particolari così chiari e immediati, della vita e della società romana di quel periodo, che la fa ritenere forse una delle testimonianze più grandi unica al mondo. Grazie soprattutto alle altissime temperature sviluppatesi durante l’eruzione del Vesuvio, che hanno permesso di ritrovare materiali di carattere organico, di varia natura, come papiri, tessuti, legni, ed inoltre anche molti oggetti di ambito domestico, come arredi ed abbigliamento, tutti interessati a quel particolare fenomeno di conservazione del tutto originale, proprio per il tipo di temperatura alla quale è stato fatto riferimento poc’anzi. Non a caso infatti Ercolano, insieme a Pompei, nel 1997 è stata dichiarata dall’Unesco “Patrimonio dell’Umanità”.
La Mostra, articolata in varie sezioni, presenta una “divertente” ed originale esposizione, formata da uno scenografico gioco di luci. Infatti la stessa ha inizio con una luce molto intensa, usata per illuminare le posssenti figure di eroi, dei e dinastie imperiali, attraverso le prestigiose sculture provenienti dall’ Augusteum di Ercolano. Una luce più attenuata, ci porta invece alla sezione dedicata alle illustri famiglie ercolanesi, che contribuirono al rinnovo edilizio della città, e alle sculture della Villa dei Papiri. Infine una luce più soffusa, è stata scelta per illuminare i ritratti della gente comune, cioè di quella stragrande maggioranza di persone che animavano la vita domestica e lavorativa della città. L’assenza di luce, è per gli scheletri dei fuggiaschi, dove sono le tenebre ad “illuminare” gli ultimi istanti di vita di questi sventurati, morti atrocemente senza nemmeno avere avuto, forse, il tempo di rendersi conto della sorte che li attendeva. Dal punto di vista archeologico, la morte ad Ercolano, ha offerto agli antropologi e vulcanologi, un motivo in più di studio, che va al di là di qualsiasi semplice considerazione professionale, rispetto a quello che di norma proviene da altre necropoli.
L’ultima sezione infine, è dedicata ai tessuti rinvenuti durante gli scavi di Ercolano, proprio nella VIlla dei Papiri, dove un esteso frammento di tessuto, dalla massa informe, sarà per la prima volta esposto al pubblico all’interno della suddetta mostra. Per l’occasione, l’atrio monumentale del Museo, è stato restituito al suo antico splendore, che rende lo stesso un edificio ancora più unico e prestigioso, al di là della opere che ne sono custodite. La Mostra resterà aperta fino al 13 aprile 2009, visto che si prevede un’affluenza massiccia di visitatori. Speriamo però che i napoletani riescano almeno a pareggiare i conti con le visite che quotidianamente gli stranieri effettuano in questo meraviglioso museo, perchè sono sicuro che ci sono ancora molti napoletani, che pur vivendo a Napoli, non hanno mai varcato la soglia di questo edificio. Adesso questa Mostra rappresenta un motivo in più per farlo.
Carlo Farina