San Giuseppe Vesuviano - Completamente abbandonata. Oggetto di ogni tipo di vandalismo. E’ usata da incivili cittadini come una lavagna su cui scarabocchiare di tutto. E’ stata trafugata anche una parte della recinzione in ferro. E’ sottoposta, insomma, ad un vero e proprio vilipendio della memoria storica di San Giuseppe Vesuviano. Che è già di per se un paese con poca memoria del passato e quel poco viene anche straziato dall’incuria e dal menefreghismo.
Duemilaotto, versa in condizioni pietose, in piazza Elena D’Aosta, il piccolo monumento, una stele, eretta a memoria delle vittime dell’eruzione del Vesuvio del 1906. In un tragico giorno di aprile duecento sangiuseppesi, tra uomini, donne, vecchi e bambini rimasero seppelliti sotto al crollo dell’Oratorio, mentre assistevano alla messa officiata dal loro parroco.
La colonna di pietra lavica fu collocata nel cimitero consortile di Ottaviano, alle spalle della piccola chiesetta. E’ stata lì per tanti lustri ad imperitura memoria del grande sacrificio, materializzatosi in quei corpi anneriti e straziati dalla cenere del vulcano.
E’ sta lì fintanto che l’attuale amministrazione comunale con uno dei suoi memorabili “colpi di genio” ne decise il trasferimento nel luogo ove oggi è collocata. Ne fece una questione politica, si disse che era scritto nel loro “programma elettorale”. Roba da far rabbrividire se si pensa a tanti ben più importanti ed urgenti problemi da risolvere.
In pompa magna la colonna fu smontata dal cimitero e rimontata in piazza Elena D’Aosta. Ci si sarebbe aspettato, per esempio, che l’amministrazione, avesse demandato a qualcuno, dopo un’accurata ricerca, il compito di far scolpire sulla pietra i nomi di quelle vittime. No, hanno fatto scolpire il nome del primo cittadino che ne ha consentito la rimozione dal camposanto. Cosa dovrà ricordarci: che una colonna che apparteneva ai morti è stata portata tra i vivi per essere ridotta in uno stato veramente pietoso? Dovrà ricordarci che chi volle fortissimamente questo trasloco oltraggioso, poi, ha mostrato, come in tante altre cose e fatti, di non essere in grado di salvaguardarlo?
“Mio nonno diceva che al mondo ci sono persone talmente malate di egocentricità che “ai funerali sarebbero capaci di prendere il posto del morto, pur di stare al centro dell’attenzione”. A noi basterebbe che si conservasse la memoria storica di questa nostra bistrattata comunità. Prima che sia troppo tardi e finisca in farsa come l’ex Asilo Croce Rossa. Per questo consigliamo di riportare al camposanto, sua dimora naturale, la stele delle vittime del 1906.