Questa estate appena trascorsa è stata una delle più calde che si ricordino a memoria d’uomo, alcuni giorni di inizio luglio si aveva l’impressione di sciogliersi come un ghiacciolo. Mentre la temperatura viaggiava abbondantemente sopra i 40 gradi e l’umidità era ad un tasso del 90%, transitando per via Passanti all’altezza del ponte Capocresti sopra il Regio Lagno l’aria era irrespirabile, un odore nauseabondo amplificato dal forte caldo proveniva da sotto la strada, bastava affacciarsi per notare una chiazza di acqua nera appantanata fra i canneti e le buste di spazzatura. Intorno vi era una febbrile attività di camion che scaricavano e caricavano merci ( siamo sempre la Citta’ del Commercio, sic! ) e la gente nonostante il puzzo nauseabondo continuava nel suo tran tran quotidiano. Indifferente ed asuefatta a ciò che la circondava, districandosi fra auto in sosta vietata e cumuli di spazzatura maleodoranti. Il culmine si raggiunge l’ultima settimana di luglio quando l’intero Lagno Capocresti và in fumo, e per due giorni una cappa di aria irrespirabile avvolge tutta la zona: da S.M. la Scala alla Vasca al Pianillo. I residenti silenziosi come se ciò fosse la normalità, come se vivere in un tale degrado non fosse un momento di emergenza staordinaria ma la quotidianetà. Tutto ciò avveniva mentre in Consiglio comunale i consiglieri si accapigliavano in sedute infinite su cavilli procedurali sterili senza affrontare i veri problemi che oramai da oltre 10 anni stringono in una morsa il nostro paese. Si è intravisto uno spiraglio quando il ministro Pecoraro Scanio è venuto a SanGiuseppe per inagurare il nuovo sistema fognario per lo smaltimento delle acque nere. Lavori che inizieranno, forse, a settembre ma che non si conosce lo sviluppo e il probabile termine. La cosa ridicola è che l’Italia partecipa a tanti progetti per lo sviluppo dei paesi poveri, manda i suoi uomini migliori sui fronti caldi del pianeta: vedi il Libano e l’Iraq, lasciando noi cittadini del Vesuviano nella più grande discarica del mondo. Discarica materiale e culturale perchè i popoli oppressi del Libano e dell’Iraq hanno la speranza di venirne fuori noi abbiamo perso anche quella. Quando i marines verranno a liberarci?
Mimmo Russo