Roma - Sono in corso in tutta Italia ispezioni su 40 sistemi di videosorveglianza installati da Comuni, scuole, ospedali, società private, istituti di vigilanza che trattano dati personali anche per conto terzi. Il Garante privacy, che dà notizia dell’operazione, si avvale della collaborazione del Comando unità speciali della Guardia di finanza e intende verificare il rispetto delle regole già fissate dall’Autorità con il provvedimento generale del 2004.
Il Garante per la privacy sottolinea in una nota che “sempre più frequente risulta la condivisione, soprattutto in ambito locale, di sistemi di videosorveglianza tra soggetti privati e pubblici (ad es., tutela di beni aziendali e prevenzione e repressione dei reati), senza una adeguata regolamentazione dei casi in cui le immagini raccolte possono essere utilizzate”.
In forte sviluppo, rileva l’Autorità per la protezione dei dati personali, anche l’uso di Internet per la trasmissione di dati ripresi dalle telecamere, con conseguenti problemi di sicurezza nella comunicazione telematica qualora i dati non siano protetti da efficaci sistemi di codifica. In continuo aumento anche l’impiego di dispositivi miniaturizzati o camuffati.
Sempre più spesso, poi, sottolinea il Garante, sono istituti di vigilanza privatii a gestire sistemi di ripresa di soggetti diversi presso un’unica centrale operativa, con una rilevante concentrazione di immagini. Attraverso i controlli l’Autorità intende acquisire elementi che consentano di verificare, in particolare, l’informazione data al pubblico, il rispetto delle misure di sicurezza, i tempi di conservazione delle immagini in caso di registrazione, i soggetti ai quali i dati vengono comunicati. (fonte Ansa).
Come si vede la videosorveglianza è e resterà un problema molto delicato, trattabile solo da gente compentente e responsabilizzata, non certo da istituti di viglianza privata o comunali in genere. Se come qualche tempo fa a San Giuseppe vi è stata l’idea, non ancora realizzata, di videosorvegliare tutto il territorio comunale come se fosse una caserma o un carcere, questo deve far riflettere e chiederci a chi è utile tutto ciò, a chi fa comodo, chi né trae un tornaconto, chi danneggia, chi controlla e analizza le immagini registrate!?! Forse l’ufficio verbali del Comune dove qualsiasi “assessore sena scrupoli” potrebbe dire all’impiegato di turno: cancella questa immagine o copiami questo file che mi serve per la prossima campagna elettorale…
Luigi Ambrosio