Napoli - “In Campania il voto di preferenza è, di fatto, inquinante. Occorre abolirlo per rompere definitivamente il legame tra politica e malaffare, di cui la preferenza è il principale punto di contatto”. Ad affermarlo è Ermanno Russo, consigliere regionale di Fi-Pdl, presidente della Commissione speciale di controllo sulle Politiche giovanili, disagio sociale e occupazione. “Da più parti in queste ore – sottolinea Russo – arrivano appelli finalizzati a ripristinare il voto di preferenza nelle competizioni elettorali. Tra le motivazioni addotte, c’è senz’altro quella condivisibile della rappresentatività dell’istituto del voto, che è fuori discussione ed indice inconfutabile di democrazia. Esiste tuttavia un’obiezione a quest’equazione che qualcuno vorrebbe considerare perfetta, ma che a mio avviso presenta lacune vistose. Il rapporto che si giudica indissolubile, causa-effetto, del binomio voto-libertà in certe realtà non è tale. In Campania ad esempio, in cui è evidente una palese violazione delle norme di legalità da un lato e il crescente interesse del malaffare verso la politica dall’altro, l’equazione non vale. Votare non significa automaticamente essere liberi. E’ di tutta evidenza, infatti, lo stato di emergenza in cui versa Napoli come capoluogo regionale, la sua provincia e talune aree interne di questa difficile realtà del Meridione”.
Di qui Ermanno Russo continua: “Dinanzi all’emergenza, la teoria farebbe bene a fare un passo indietro. Il nodo che lega il malaffare alla politica va tranciato senza esitazioni. Un’azione inevitabile, che non può perdersi in sofisticate discussioni filosofiche e che meglio sarebbe se fosse risolta con l’abolizione del vero e forse unico punto di contatto fra candidati e clan: il voto di preferenza. E’ qui, dunque, il nocciolo della faccenda. Togliere il voto di preferenza al popolo potrebbe sembrare una pratica da regime, ma ogni pratica va contestualizzata, va inscritta in una precisa parentesi storica e la parentesi campana, che ritrae la politica regionale al centro delle ambizioni dei signori del malaffare, non lascia adito a riflessioni dogmatiche e di falso moralismo”.
Per l’esponente azzurro l’abolizione del voto di preferenza dovrebbe comunque sottintendere un processo di responsabilizzazione dei partiti che “devono uscire una volta per tutte allo scoperto, assumersi le responsabilità prima di ogni scelta”. “Oggi invece – conclude Russo – certi partiti fingono di non riconoscere tale principio e troppo spesso finiscono per scegliere uomini e candidature a cuor leggero, salvo poi sconfessarle un minuto dopo che sia scoppiato lo scandalo. Abbiamo degli esempi eloquenti in Campania e non c’è bisogno di andare neanche indietro con la memoria per assumerli come termini di paragone. Basta sfogliare i giornali di queste settimane. Il partito non può appoggiare, avvalersi di una candidatura ed un minuto dopo scaricare l’eletto e dichiararsi immune da ogni tipo di responsabilità, politica, morale e di altro tipo. Le segreterie, che tanto rivendicano il diritto di scegliere, non possono cavarsela così a buon mercato. Sono anch’esse responsabili di aver aperto le porte a chi non meritava di ottenere la fiducia dei cittadini ed essere eletto nell’ambito delle istituzioni. La politica deve filtrare le storie, i profili e le competenze della società, non può più adagiarsi e fungere unicamente da porta girevole. Poi sarà il cittadino a scegliere se votare questa o quella squadra, questa o quella lista, ma i partiti devono fare di più”.