Svolta storica per la Corte dei Conti. I 500 magistrati contabili si preparano da tempo al federalismo fiscale, in quanto saranno i primi veri controllori di Regioni, Province (ci si augura tra l’alto in una loro abolizione!) e Comuni. Si preparano per la svolta prevista dalla bozza Calderoli e per un più incisivo controllo sugli enti di cui sopra, come già previsto dalla Costituzione che assegna loro il compito di controllare l’equilibrio economico-finanziario di tutti i livelli amministrativi.

Proprio per non farsi trovare impreparato il presidente della Corte Tullio Lazzaro, a quanto risulta a Unapagina.it, ha indetto una serie di riunioni riservate con i magistrati responsabili delle varie sezioni riunite e di quelle regionali, per fornire indicazioni precise. Con la ferma volontà - come è giusto che sia- di rivendicare tutte le prerogative del ruolo che la legge consente alla Corte dei Conti.

Un problema primario da affrontare è quello della massa enorme di dati proveniente da 5000 enti diversi, dei controlli capillari spesso svolti su enti che presentano bilanci anomali e sui quali la Corte chiede spiegazioni, approfondimenti. Come accertare, infatti, i costi standard dei vari servizi, senza una statistica affidabile e omogenea sulla spesa richiesta da ciascuna delle diverse amministrazioni della Penisola? E poiché dal livello delle spese dipende anche l’intervento dello Stato nella redistribuzione delle risorse, si capisce bene il ruolo che in questa fase “giocano” i giudici contabili.

Ma un aspetto nuovo, innovativo e incisivo riquarda la volontà da parte dei magistrati della Corte secondo i quali tutto il processo debba essere supportato dalla comunicazione all’opinione pubblica delle loro valutazioni sul comportamento delle amministrazioni. Le stesse valutazioni e decisioni sono già pubbliche per legge. Ma se essi dopo anni silenti, parlando solo attraverso supporti cartacei che solo gli esperti riescono a leggere, si pongono il problema di nuove forme di comunicazioni verso il pubblico (es. mettere on-line la loro banca dati!?!), non fosse altro che ciò potrebbe incidere sul comportamento degli enti “vigilati”, attraverso la pressione dell’opinione pubblica. (Che rivoluzione! Vero? Ma il popolo è gregge non partecipa alle rivoluzioni. Le subisce!!!).

In gennaio la Corte riceverà nuovi programmi informatici necessari a gestire in formato digitale, dunque molto più rapidamente di adesso, tutte le informazioni sulla contabilità di tutti i Comuni al di sopra dei 5mila abitanti. Così i magistrati contabili si preparano a seguire il federalismo fiscale, pronti a segnalare ogni anomalia.  Resta a nostro avviso un vuoto da colmare,  è quello che alla stessa Corte dovrebbero essere affidati anche poteri d’intervento sanzionatorio e di sospenzione per gli amministratori che nell’esercizio delle loro funzioni si rendessero responsabili di sprechi, distrazioni di voci di bilancio, omissioni contabili e quant’altro. Questa si che sarebbe una bella rivoluzione…

                                                                                                                Luigi  Ambrosio